Nonostante il diritto internazionale vieti la tortura, gli strumenti utilizzati per infliggerla - dalle mazze chiodate alle cinture a scarica elettrica fino alle sostanze letali per le esecuzioni della pena di morte - sono commercializzati in tutto il pianeta. Quattro le azioni mirate a cui s'impegnano i Paesi dell'Alleanza per un commercio libero dalla tortura: misure per controllare e limitare le esportazioni di queste merci, strumenti adeguati per le autorità doganali, creazione di una piattaforma per monitorare i flussi commerciali e assistenza tecnica per aiutare i Paesi ad attuare le norme che vietano questo commercio, oltre allo scambio di buone pratiche. "Nella mia carriera di commissaria ed eurodeputata ho incontrato in varie occasioni vittime di tortura", ha dichiarato la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem, per questo "credo fermamente che la politica commerciale possa contribuire a rafforzare i diritti umani in tutto il mondo".
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