"Questi licenziamenti collettivi non hanno fatto riferimento a prove verificabili, relative a ciascun singolo caso" rileva l'organo del Consiglio d'Europa. "La velocità con cui queste liste sono apparse implica che i licenziamenti collettivi non sono stati accompagnati neanche dalle minime garanzie procedurali" nota ancora la Commissione di Venezia, sottolineando che "apparentemente questi licenziamenti non sono soggetti ad un controllo giurisdizionale da parte dei tribunali ordinari, o, comunque, l'accesso ai tribunali resta una questione controversa".
La commissione considera che "tali metodi di epurazione dell'apparato dello Stato creato una forte sensazione di arbitrarietà". Inoltre pur riconoscendo le presunte connessioni di alcuni funzionari pubblici con la struttura gulenista e altre organizzazioni considerate terroristiche, la Commissione di Venezia, ritiene che "il concetto di 'connessione' sia stato definito in modo troppo ampio" e la sua applicazione non richiede un legame rilevante con tali organizzazioni.
Un'altra misura criticata dalla Commissione di Venezia è quella che consente di detenere fino a 30 giorni i sospetti senza un controllo da parte dei giudici. Infine l'organismo "è preoccupato del fatto che non è chiaro se la Corte Costituzionale ha il potere di controllare approfonditamente la costituzionalità dei decreti legge d'emergenza". Un potere dice la Commissione di Venezia "che deve avere". (ANSAmed)
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