(ANSA) - BRUXELLES, 11 OTT - La Corte di giustizia Ue ha oggi
condannato l'Italia per non aver recepito in maniera corretta e
completa la direttiva europea che prevede un sistema di
indennizzo per le vittime di qualsiasi reato violento commesso
sul proprio territorio anche nel caso in cui le vittime siano
dei cittadini di un altro Stato membro. Lo ha reso noto la
stessa Corte.
La condanna odierna arriva in seguito al ricorso presentato a
suo tempo dalla Commissione europea per inadempimento contro
l'Italia. Secondo Bruxelles, il nostro Paese, non avendo creato
un sistema generale d'indennizzo in grado di coprire tutte le
tipologie di reati dolosi violenti in cui si trovi ad essere
coinvolto un cittadino anche di un altro Stato membro - quali lo
stupro, le gravi aggressioni di natura sessuale, gli omicidi, le
lesioni personali gravi e, in linea generale, qualsiasi reato
che non rientri nell'ambito di applicazione delle 'leggi
speciali' - è venuto meno agli obblighi che devono essere
rispettati in base al diritto dell'Unione.
L'Italia ha invece sempre sostenuto davanti alla Corte di
essersi conformata agli tali obblighi poichè la direttiva
prevede, secondo l'interpretazione di Roma, che gli Stati membri
debbano unicamente consentire ai cittadini dell'Unione residenti
in un altro Stato membro di avere accesso ai sistemi di
indennizzo già previsti dalle norme nazionali adottate in favore
dei loro cittadini.
Con la sentenza odierna la Corte ha chiarito e sancito che il
sistema di cooperazione istituito dalla direttiva richiede il
rispetto del principio di non discriminazione sulla base della
cittadinanza per quanto riguarda l'accesso all'indennizzo delle
vittime di reati nelle situazioni transfrontaliere. Ma
soprattutto che la direttiva impone anche ad ogni Stato membro
di adottare, al fine di tutelare la libera circolazione delle
persone nell'Unione, un sistema nazionale che garantisca un
livello minimo di indennizzo equo ed adeguato per le vittime di
qualsiasi reato doloso violento commesso nel suo territorio e
non solo per quelli contemplati dalle cosiddette 'leggi
speciali' sul terrorismo e la criminalità organizzata.
La Commissione Ue "accoglie con favore la sentenza odierna
della Corte" di giustizia europea che "conferma che tutti i
crimini violenti intenzionali devono dare accesso a un
indennizzo", per questo "spetta ora all'Italia informare la
Commissione sui passi che intende fare per porre rimedio alla
situazione". Così il portavoce della commissaria Ue alla
giustizia Vera Jourova, ricordando che "le vittime" di reati
intenzionali violenti avvenuti "nel loro paese o in un altro
Paese Ue", tutte "meritano di ricevere una compensazione dopo un
processo penale". In ogni caso la sentenza della Corte Ue,
spiegano a Bruxelles, ha effetto retroattivo, per cui le vittime
di crimini commessi prima di oggi potranno invocarla in azioni
per danni contro l'Italia sino all'effettiva applicazione della
nuova legislazione. La Commissione Ue aveva aperto la procedura
d'infrazione contro l'Italia, per il mancato nel novembre 2011
e la aveva deferita alla Corte di Lussemburgo a ottobre 2014 per
attuazione inadeguata delle norme Ue in materia di indennizzo
delle vittime di reato (direttiva 2004/80/CE).(ANSA).
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