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Ue, greci e italiani sono i meno ottimisti sul futuro

Ue, greci e italiani sono i meno ottimisti sul futuro

Indagine Eurofound, timori per sicurezza e istruzione figli

BRUXELLES, 05 febbraio 2018, 13:15

Redazione ANSA

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I meno ottimisti sul proprio futuro e su quello dei propri figli sono i greci, seguiti dagli italiani. Sono anche convinti che non troveranno un altro posto di lavoro equivalente, se perdono il proprio, e sono anche quelli che hanno più paura a restare da soli a casa di notte.

Oltre il 55% degli italiani poi, così come croati, non si sente affatto di buonumore. E' il quadro che emerge dall'ultimo rapporto di Eurofound, l'agenzia dell'Ue per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, compilato con dati del 2016.

Secondo i dati, solo il 31% dei greci e il 47% di italiani si dice ottimista sul proprio futuro, e ancora meno sono quelli che hanno fiducia nel futuro dei propri figli (35% di greci e 41% di italiani). Del resto, solo il 12% di greci e il 21% di italiani ritiene che troverà un altro lavoro equivalente se perde il proprio. E in un grafico da 1 a 9, i greci sono preoccupati al livello 8 che il loro reddito non basterà durante la vecchiaia, gli spagnoli 7 e gli italiani 6.

Ma chi si sente davvero emarginato dalla società sono ungheresi (19%) e bulgari (16%). E sono invece i croati a lamentarsi di più delle ore passate al lavoro: il 69% sostiene di non riuscire ad assolvere i compiti famigliari a causa del troppo lavoro, l'81% rientra troppo tardi anche per fare i lavori domestici.

Passando al fattore sicurezza invece, il 32% di greci e italiani non si sente al sicuro quando resta da solo a casa di notte, la percentuale più alta di tutta la Ue. Quanto al benessere psicologico poi, italiani e croati sono i più bassi nella scala europea. Tanto che solo il 39% di italiani e il 36% di croati si sente spesso rilassato, le percentuali più basse.

Per quanto riguarda i servizi di assistenza, gli italiani sono i meno soddisfatti quando si parla del settore infanzia: non ritengono gli operatori adeguati, né le strutture scolastiche, né il livello dell'istruzione.

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