STRASBURGO - Un sistema di selezione trasparente e aperto che porti le donne a raggiungere la quota del 40% dei Consigli di amministrazione delle imprese quotate in borsa entro il 2020. E' questo l'obiettivo vincolante fissato oggi dal Parlamento Ue approvando a larga maggioranza - 459 sì, 149 no e 81 astensioni - una risoluzione sul miglioramento dell'equilibro di genere nei Cda delle grandi imprese. Gli Stati membri potranno sanzionare le società che non applicano le nuove regole. Secondo il Parlamento le sanzioni dovrebbero essere obbligatorie e non indicative, come proposto dalla Commissione.
E non solo pecuniarie ma riguardare anche ''l'esclusione da tutte le gare pubbliche di appalto''.
Ora l'obiettivo di Strasburgo è quello di negoziare con Consiglio e Commissione per approvare la direttiva prima delle elezioni europee di maggio.
''Il voto di oggi del Parlamento è un momento storico per l'uguaglianza di genere in Europa'', il commento della Commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding. ''La proposta - afferma Barbara Matera, eurodeputata di Forza Italia - nasce dall'esigenza di compensare un dato preoccupante: nei Cda solo il 16% delle posizioni non esecutive sono coperte da donne''. ''Dove la rappresentanza uomo-donna è in equilibrio - il commento della collega di partito Licia Ronzulli - si realizzano profitti del 56% superiori ai Cda di soli uomini: promuovere le donne significa sostenere l'economia, la crescita e l'innovazione''. E in questo settore, spiega Silvia Costa del Pd, ''per una volta l'Italia si presenta con la legge già fatta (la Golfo-Mosca, ndr): in due anni abbiamo già raddoppiato la presenza di donne nei Cda, a dimostrazione che le quota rosa fanno effetto''.