"Non vogliamo mettere il veto sui contratti commerciali", spiegano fonti Ue, ma solo "essere messi a conoscenza di alcuni elementi ragionevoli quali la durata, i volumi, i punti di consegna, ma non i prezzi in quanto competenza del mercato, per poterli valutare nel momento in cui hanno un impatto sulla sicurezza delle forniture Ue". La Commissione, però, non potrà bloccare i contratti né modificarli, ma solo 'avvertire' le autorità energetiche nazionali che dovranno tenerne "massimo conto" per metterle in guardia sugli eventuali rischi dei nuovi contratti. I Paesi che si possono trovare in questa situazione di rischio 'monopolio' sono Finlandia, Estonia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Slovacchia e Bulgaria. Potere di veto ex ante, invece, lo avrà di fatto sugli accordi intergovernativi (Iga), finora verificati ex post come nel caso di South Stream, di fatto bloccandone la costruzione a contratti firmati. Abbandonata l'idea di acquisti collettivi di gas, Bruxelles propone invece una "clausola di solidarietà" con la costituzione di 9 gruppi di 'aiuto aiuto' tra i 28 nel caso di grave crisi.
Con accordi commerciali pre-stipulati e visionati dalla Commissione, ogni Paese si impegna all'interno del proprio gruppo a fornire energia prioritariamente ai consumatori protetti, ossia case, ospedali e infrastrutture cruciali del Paese vicino, anche a discapito dei propri consumatori industriali. L'Italia è nel gruppo con Slovenia, Austria, Ungheria e Croazia, la Germania con Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca, la Francia con Belgio, Olanda, Lussemburgo, Spagna e Portogallo.
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