Debacle in vista per la
Commissione europea nella delicata partita sugli organismi
geneticamente modificati (Ogm). A piazzare la prima mossa
formale gli eurodeputati, di ogni colore politico, pronti a
rispedire al mittente la controversa proposta di un nuovo
regolamento Ue che lascia ai 28 Stati membri la possibilità di
limitare o proibire 'l'uso' di Ogm sul proprio territorio, anche
se autorizzati a livello comunitario. Dopo la prima bocciatura
in commissione Agricoltura, il voto in commissione Ambiente il
prossimo 13 ottobre e quello in plenaria a fine mese vanno nella
stessa direzione: l'Assemblea di Strasburgo è contraria. Dello
stesso avviso il Consiglio Ue, che all'ultima riunione dei
ministri dell'Agricoltura europei ha espresso una critica dietro
l'altra. E in casi come questo la Commissione europea non può
che prendere atto della volontà dei colegislatori e ritirare la
sua proposta. Stati membri e eurodeputati esprimono gli stessi
dubbi sul nuovo regolamento, legati alla stessa base giuridica e
alla compatibilità delle nuove norme con il mercato unico
europeo e con le regole dell'Organizzazione mondiale per il
commercio. A questo si aggiunge la mancanza di una valutazione
d'impatto e di chiarezza anche nella definizione stessa di cosa
significhi 'uso' degli Ogm. L'unica ipotesi ancora in bilico è
che la plenaria dell'Europarlamento non solo rigetti le nuove
regole, "ma chieda alla Commissione europea una moratoria, cioè
di non autorizzare nuovi Ogm e di non rinnovare le
autorizzazioni esistenti prima di aver formulato una nuova
proposta" spiega Giovanni La Via (Ppe), presidente della
commissione Ambiente dell'Europarlamento e relatore del dossier.
"Ppe, liberali e conservatori sono contrari a questo
emendamento, ma buona parte dei socialisti, insieme a verdi e
Efdd (gruppo del Movimento 5 Stelle), per ora sono a favore". I
Paesi Ue fino adesso hanno avuto la possibilità di esprimersi
con 67 pareri su cibi e mangimi Ogm, senza mai raggiungere una
maggioranza qualificata, lasciando così 'il cerino' in mano
all'esecutivo Ue, che con questo regolamento ha cercato di
tirarsi fuori dall'impasse. Nel frattempo circa l'80% della soia
che l'Ue impiega ogni anno per allevamenti e vacche da latte é
già Ogm. "La legislazione c'è; sono gli Stati membri che non
vogliono prendersi la responsabilità" di autorizzare l'uso di
nuovi Ogm, sostiene La Via. "Ci deve essere un'impostazione
europea, la scelta di importare o meno Ogm non è la stessa cosa
rispetto alla scelta se coltivarli oppure no, affidata ai
singoli Paesi" sottolinea Paolo De Castro, coordinatore per il
gruppo dei socialisti e democratici della commissione
Agricoltura del Parlamento europeo. "Bocciata la proposta, tutto
rimane com'è, ma almeno abbiamo creato un dibattito e si spera
si avvii una riflessione sulle nuove biotecnologie, molto
diverse da quelle del passato: il 'Frankenstein food' non esiste
più" afferma De Castro. A cosa servono i nuovi Ogm? Al risparmio
delle risorse, come terra e acqua, a resistere alla salinità,
alle malattie, e a ridurre l'uso di sostanze chimiche: la
ricerca nel mondo è andata avanti e l'Europa è indietro"
conclude De Castro. (ANSA)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA