BRUXELLES - L'Ue ha offerto gratuitamente alla Cina vaccini contro il Covid-19 per aiutare Pechino a contenere il diffondersi dell'epidemia nel Paese, dopo la fine delle restrizioni. Lo riporta il Financial Times, riferendo che Pechino non ha ancora risposto all'offerta. Questo pomeriggio è previsto a livello europeo un incontro del Comitato per la sicurezza sanitaria dell'Ue, gruppo tecnico-consultivo sulla sicurezza sanitaria nell'Ue.
Domani è invece previsto a livello europeo un incontro del meccanismo di risposta politica integrata alle crisi (Ipcr), riunione convocata dal Consiglio di natura più politica e finalizzato a garantire il coordinamento tra i Paesi dell'Ue. Il meccanismo di regola viene riunito su iniziativa della presidenza del Consiglio o su richiesta di uno Stato membro, e vi partecipano anche esponenti della Commissione e gli Stati membri interessati. Sulla pandemia del Covid ha avuto riunioni periodiche a partire dal marzo del 2020.
Sul Covid la commissaria Ue alla Saluta Stella Kyriakides "ha contattato la controparte cinese per offrire solidarietà e supporto e questo include competenze sulla salute pubblica così come la donazione di vaccini adattati alle varianti". Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Tim McPhee, nel corso del briefing quotidiano. "Stiamo seguendo gli sviluppi in Cina e abbiamo sempre offerto supporto alla Cina come a qualsiasi altro Paese per aiutare ad affrontare il Covid 19", ha rimarcato la portavoce Dana Spinant.
La riunione di questo pomeriggio del Comitato per la sicurezza sanitaria si concentrerà "sulla situazione epidemiologica" relativa al Covid mirando a "stabilire una posizione comune dell'Ue sulle possibili misure da adottare prima di una riunione dell'Ipcr (il meccanismo di risposta politica integrata alle crisi ndr), che avrà luogo domani". Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Tim McPhee, nel corso del briefing quotidiano con la stampa, precisando che la riunione è svolta a livello di esperti di sanità.
"Le misure che potrebbero essere adottate sono in linea con quelle che sono state definite dalla commissaria Kyriakides in una lettera che ha inviato ai ministri della salute dopo la riunione del 29 dicembre" dal Comitato per la sicurezza sanitaria. E "potrebbero includere il potenziamento del monitoraggio delle acque reflue o la sorveglianza genomica. Continueremo a svolgere il nostro ruolo di facilitatori di queste discussioni tra gli Stati membri e siamo pronti a convocare ulteriori riunioni se necessario".
"Oggi il Comitato per la sicurezza sanitaria ha trovato convergenza sulle azioni da intraprendere, tra cui: ️test prima della partenza per i viaggiatori provenienti dalla Cina; accelerazione del monitoraggio delle acque reflue; aumento della sorveglianza interna", annuncia su twitter la commissaria Ue alla Salute dopo la riunione dell'organismo tecnico sulla sicurezza sanitaria nell'Ue. "La discussione continua domani all'Ipcr. L'unità rimane il nostro strumento più forte contro il Covid".
"Tutti gli Stati membri hanno concordato un approccio coordinato all'evoluzione della situazione del Covid-19 in Cina e alle implicazioni dell'aumento dei viaggi dalla Cina verso l'Europa durante la riunione odierna del Comitato per la sicurezza sanitaria", spiega un portavoce della Commissione europea al termine della riunione. La bozza di parere predisposta dalla Commissione per la discussione "sarà ora rivista e adottata" con i contributi degli Stati membri presenti oggi e il parere andrà domani all'incontro del meccanismo di risposta politica integrata alle crisi (Ipcr).
La bozza propone "misure su igiene personale e misure sanitarie per i viaggiatori (compreso l'uso raccomandato di maschere sui voli provenienti dalla Cina); monitoraggio delle acque reflue per gli aerei; sorveglianza genomica negli aeroporti e maggiore monitoraggio e sequenziamento; maggiore vigilanza dell'Ue su test e vaccinazioni; una discussione sulla necessità di sottoporre i passeggeri provenienti dalla Cina a test preventivi prima della partenza". "La stragrande maggioranza dei Paesi è favorevole ai test prima della partenza", segnala in particolare il portavoce della Commissione. "Tali misure dovrebbero essere mirate ai voli e agli aeroporti più appropriati e attuate in modo coordinato per garantirne l'efficacia".
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