BRUXELLES - "Io mi sento di chiedere ai leader europei, ai leader dei nostri Paesi di essere uniti e determinati e se lo saranno io sono convinto che la strategia folle di Putin si fermerà. L'Europa è portatrice di pace, l'Italia non è in guerra. Noi sosteniamo la libertà degli ucraini. Domenica sarò accanto alla comunità ucraina che protesterà e credo sia un fatto importante un messaggio forte. Con tutti i nostri sindaci, amministratori locali, con tutte le nostre sezioni stiamo sostenendo gli aiuti umanitari". Lo dice il segretario del Pd Enrico Letta in un punto stampa al Parlamento Ue.
"Io credo sia fondamentale continuare a tenere i rapporti con Putin e a obbligarlo a un cessate il fuoco. E ciò non può che arrivare attraverso il dialogo. È fondamentale essere stati molto duri sulle sanzioni. Deve parlare la diplomazia, noi chiediamo una tregua immediata che consenta alla diplomazia di fare il suo corso. È chiaro a tutti, e spero lo sia anche a Putin, che con una escalation ulteriore saranno i nostri popoli a soffrire", ha aggiunto Letta dopo l'incontro con la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola.
"Con la presidente Metsola abbiamo ricordato insieme la figura di David Sassoli, che è nei nostri cuori in particolare in questo momento. Voglio ricordare che l'anno scorso il regime di Putin decretò la 'persona non grata' per David Sassoli, credo che in questo momento sia un elemento in più per ricordare David, le sue battaglie per i diritti umani e per rendere forte la democrazia europea".
"L'Europa oggi è unita come non lo è mai stata ma è anche il momento in cui deve fare dei passi avanti decisivi sull'energia, la difesa e in materia economica e sociale. Io sono fermamente convinto che questo sia il momento per fare l'Europa dell'energia, l'autosufficienza energetica dell'Europa vuol dire libertà".
"Le nostre opinioni pubbliche hanno capito che da soli non siamo in grado di reggere le minacce" che ci sono di fronte e "solo come europei saremo in grado di farlo. Credo che Putin oggi stia rappresentando una grande spinta all'unità dell'Ue e noi in questo momento dobbiamo fare passi avanti che sono fondamentali", spiega il leader dei Democratici. "Dobbiamo renderci conto che una grande parte dei nostri problemi oggi nasce dal fatto che siamo stati per troppi decenni divisi, anche sulle politiche energetiche e il risultato è che oggi siamo tutti insieme più deboli e più dipendenti dalla Russia. Più unità vuol dire più libertà e ciò vuol dire anche per la difesa comune dove è necessario che si impari la lezione. È uno dei settori in cui siamo più lontani dall'integrazione. Per i Democratici italini questo è il momento dell'Europa unita", sottolinea.
Sull'Italia, dice: "Non sono preoccupato per la tenuta dell'esecutivo perché chiunque aprisse una crisi di governo ora sarebbe considerato un folle. Vedo ultimatum sul catasto, sua delega fiscale...è surreale. La nostra gente è angosciata per la guerra. È il momento dell'unità del Paese attorno al governo Draghi".
"Chiunque aprisse una crisi in questo momento per questioni di natura interna sarebbe semplicemente considerato un folle. Noi lavoriamo per l'unità del nostro Paese, per il sostegno al governo Draghi, perché faccia il suo lavoro come lo sta facendo bene e perché soprattutto il governo sia forte a livello europeo", spiega il leader Dem.
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