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Le sfide per l'Europa a 'The State of the Union'

Le sfide per l'Europa a 'The State of the Union'

Edizione online con von der Leyen, Lagarde, Di Maio

07 maggio 2021, 17:59

Redazione ANSA

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Le sfide per l 'Europa a 'The State of the Union ' © ANSA/EPA

(di Eloisa Gallinaro) "L'Italia aveva ragione. L'Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto". Nel discorso di apertura della decima edizione di State of the Union, annuale appuntamento organizzato dall'Istituto Universitario Europeo dedicato a 'l'Europa in un mondo che cambia', Ursula von der Leyen rivendica il ruolo dell'Ue nell'approvvigionamento dei vaccini e l'impegno per la ripresa dalla crisi provocata dalla pandemia, ma riconosce all'Italia il merito di avere 'costretto' l'Unione a scendere in campo perché "gli italiani chiesero la solidarietà e il coordinamento dell'Europa".

Una rinascita, anzi un rinascimento, che arriva dopo ogni crisi e la cui primogenitura spetta proprio all'Italia. Firenze, dove si tiene the State of the Union, quest'anno in modalità virtuale, è la "città del Rinascimento, il posto dove tutto è iniziato", ricorda la presidente della Commissione europea. E "non ci potrebbe essere città migliore" per l'appuntamento perché "la storia d'Europa è una storia di rinascimenti" che viene da qui, sottolinea in italiano. Quella che ha messo le basi sanitarie ed economiche per rinascere dalla tragedia della pandemia è un'Europa più assertiva che si assume con coraggio le proprie responsabilità. E per la quale von der Leyen ha pronta la parola d'ordine: 'We care'. Una sorta di 'yes, we can' di obamiana memoria, ma per il cui copyright rende omaggio a don Milani e alla sua scuola di Barbiana, vicino a Firenze, sul muro della quale il prete che aveva scelto gli ultimi scrisse in inglese 'I care'.

Oggi "gli europei hanno dimostrato con le loro azioni cosa significa", e il riferimento è anche alla scelta dell'Ue di non tenere solo per sé il bene oggi più ambito, i vaccini, ma di essere "il principale esportatore a livello mondiale". La sfida non è solo la gestione dell'emergenza. Serve "un sistema che funzioni per tutto" il mondo, basato sulla cooperazione internazionale. Si discuterà di questo al vertice sulla Salute convocato con il premier Mario Draghi il 21 maggio a Roma, dove "inizia il nostro rinascimento della Salute".

E ancora, in Europa si cammina insieme e la ripresa deve essere basata su "priorità comuni". digitalizzazione e strategia green in primo luogo, anche perché "il cambiamento climatico è la crisi che rimarrà con noi una volta che la pandemia sarà sconfitta". Un progetto di futuro che vale 750 miliardi di euro, "il più grande pacchetto dal Piano Marshall".

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