BRUXELLES - La discussione durante il Consiglio Ue dedicato alla politica di coesione ha fatto riemergere le fratture fra i Paesi che vorrebbero aumentare il bilancio dell'Unione per colmare il buco lasciato dalla Brexit e chi invece è contrario. Lo confermano all'ANSA fonti vicine al dossier. Alcuni Stati 'falchi' come Austria, Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi avrebbero sostenuto la necessità di aumentare il cofinanziamento nazionale ai programmi che beneficiano di fondi strutturali europei, per sopperire ai tagli post Brexit e aumentare il senso di responsabilità dei Paesi verso l'uso corretto dei fondi. Gli stessi quattro Stati sono contrari all'ipotesi avanzata dalla Commissione Ue di aumentare il bilancio dell'Unione oltre l'attuale soglia dell'1% del Reddito nazionale lordo europeo. Dal canto loro, nel corso della riunione svoltasi a Lussemburgo, Germania, Francia e Italia avrebbero invece ribadito la necessità d'introdurre un nuovo legame fra l'erogazione dei fondi e il rispetto dello stato di diritto da parte dei governi. Ma solo l'Italia si sarebbe spesa esplicitamente a favore di un blocco dei finanziamenti a chi non collabora e mostra solidarietà nella gestione dei flussi dei migranti.
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