BRUXELLES - La Ue traballa e si restringerà con la Brexit. Le Pen, Wilders e Salvini sognano altre 'exit', ma intanto Bruxelles si prepara ad inaugurare la nuova sede del Consiglio Europeo, dopo otto anni di lavori e 321 milioni di euro di spesa. Si chiama 'Europa Building' e sorge alla destra del Justus Lipsius, il cubico e severo palazzo concepito alla fine degli anni '80 (quando la Ue era a 12), teatro di vertici e riunioni ministeriali dal 1994. Ma, diventato troppo piccolo già alla fine degli anni '90 per l'allargamento della Ue a est, nel 2004 l'istituzione che rappresenta i governi europei decise di accettare la proposta del Belgio per ampliare la propria sede.
Il progetto preliminare venne approvato nel 2007. Il cantiere per la realizzazione a partire da dicembre 2008 è stato lo sfondo dei palazzi delle due principali istituzioni europee, il Berlaymont della Commissione e appunto il Justus Lipsius del Consiglio. Terminata a giugno, domani la nuova sede dei vertici e dei consigli dei ministri europei aprirà le porte al pubblico. Che potrà finalmente scoprire cosa contiene l'inconsueto mix architettonico concepito dal consorzio di tre grandi studi che hanno firmato il progetto: il belga Samyn and Partners, l'italiano Valle Progettazioni ed il britannico Buro Happold.
Prima di Natale sono previste le prime riunioni del Coreper, il Consiglio degli ambasciatori dei 28, ed a marzo il primo vertice dei leader. Complessivamente l'Europa Building ha una superficie di 70.646 mq. Un'ala è stata realizzata 'riciclando' il Residence Palace, gioiello dell'art déco degli anni '20 che fu persino sede dei tedeschi durante l'occupazione nazista ed ora ospiterà gli uffici del presidente del Consiglio, delle delegazioni nazionali e del segretariato generale. Nel vecchio Justus Lipsius - collegato con due passerelle - rimarranno la sala stampa principale e la maggior parte degli uffici amministrativi. Ma il nuovo 'landmark' è un cubo che contiene quella che l'architetto Philippe Samyn definisce una "lanterna".
Al suo interno tre sale, da 330, 150 e 80 posti ciascuna, tutte dotate di 32 cabine per interpreti (attualmente le lingue ufficiali sono 22, ma non si sa mai...). In quella per i vertici dei leader, una gigantesca tavola rotonda per permettere a capi di stato e di governo di guardarsi tutti in faccia. Ma la novità "semantica" è nei colori colori sbarazzini scelti per decorare pavimenti, soffitti e porte. Un mosaico di colori dall'indaco al giallo canarino, dal rosso ciliegia al rosa composto dall' artista belga Georges Meurant. "L'ho scelto - dice Samyn - per la sua capacità di combinare quadrati, rettangoli e colori, in un'alchimia particolarissima che ha l'obiettivo di creare convivialità e distensione". Attitudini peraltro non esattamente tipiche delle riunioni europee.
Naturalmente non manca il tocco ecologico: la 'lanterna' (che ai più sembra una giara) è illuminata da 374 fari led, il tetto è interamente ricoperto da 636 pannelli solari, la climatizzazione interna è gestita da un software per il massimo risparmio energetico. E l'acqua piovana verrà raccolta per i servizi sanitari.
A colpire, dall'esterno, il rivestimento: fatto con un collage di oltre 3.750 finestre riciclate dai cantieri di demolizione di quasi tutta Europa. Con un solo elemento in comune tra loro: sono tutte fatte in legno di quercia. "Li abbiamo tutti puliti, ricondizionati, verniciati e piazzati in grandi cornici di acciaio inossidabile: è un modo per promuovere il riciclaggio dei materiali, ma anche per rendere omaggio all'artigianato e alla diversità culturale europei" spiega l'architetto che vede nel suo edificio le radici dell'Europa: "Una combinazione di modernità e patrimonio storico".
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