Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ue: 11 Paesi contro riforma direttiva lavoratori distaccati

Ue: 11 Paesi contro riforma direttiva lavoratori distaccati

Pittella, Commissione non ritiri proposta lotta dumping sociale

BRUXELLES, 11 maggio 2016, 19:29

Redazione ANSA

ANSACheck

Ue: 11 Paesi contro riforma direttiva lavoratori distaccati - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Undici stati membri si oppongono alla proposta di revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori, che mira a contrastare il dumping sociale all'interno dell'Ue assicurando uguale retribuzione per servizi forniti nello stesso Paese. "La Commissione europea mantenga la sua proposta", ha chiesto il leader S&D Gianni Pittella, "la revisione della direttiva è fondamentale per proteggere i lavoratori distaccati".

 

A mettersi di traverso Estonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania, che si sono avvalsi del sistema del cosiddetto 'cartellino giallo' per bloccare la proposta di riforma in base a un suo presunto non rispetto dei requisiti di 'sussidiarietà e proporzionalità'. I parlamenti nazionali degli 11 hanno motivi opposti alla base della loro posizione contraria: da una parte ci sono i Paesi dell'Est come la Polonia, da cui provengono la maggior parte dei lavoratori distaccati. Dall'altra, invece, ci sono stati come la Danimarca che giudicano insufficienti le nuove misure proposte dalla Commissione Ue.

 

L'obiettivo della nuova legislazione è impedire che ci siano differenze di remunerazione tra lavoratori locali e distaccati. Attualmente, infatti, vi sono casi in cui c'è uno scarto tra i salari che può arrivare sino al 50%. In sostanza, se un'azienda polacca invia i suoi dipendenti in Italia, questi dovrebbero essere remunerati secondo i criteri salariali e sociali italiani. Bruxelles è ora obbligata, in base alla procedura del 'cartellino giallo', a rivedere la sua proposta e a decidere pubblicamente se mantenerla, emendarla o ritirarla.

 

"Il gruppo S&D rivolge alla Commissione un appello a mantenere la sua proposta, nonostante la procedura attivata", ha dichiarato il presidente del gruppo S&D al Parlamento europeo. "Questa proposta non deve essere indebolita né ritirata", ha nesso in guardia Pittella, in quanto "riguarda migliaia di lavoratori distaccati i cui diritti fondamentali possono essere difesi solo con una soluzione europea alla questione". Proprio la riforma della vecchia direttiva Ue del 1996 è stato uno dei punti programmatici chiave dell'appoggio del gruppo socialista alla nomina del popolare Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue.

 

"Condividiamo le preoccupazioni di questi parlamenti nazionali", ha dichiarato il direttore della Confindustria europea, BusinessEurope, in quanto "cambiare la legislazione porterebbe nuova incertezza per le imprese in Europa, oltre ad aprire un altro dibattito divisivo in seno agli stati membri". Da qui la richiesta alla Commissione Ue da parte dell'organizzazione presieduta da Emma Marcegaglia a "concentrarsi nella lotta alle pratiche illegali con l'attuazione delle regole esistenti" e a "ritirare la sua proposta".

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.