(ANSA) - STRASBURGO, 28 OTT - La questione sicurezza degli
abitanti della 'zona rossa' attorno al Vesuvio approda alla
Corte europea dei diritti umani. Dodici residenti dell'area più
a rischio in caso di eruzione, guidati da Rodolfo Viviani, hanno
infatti presentato un ricorso a Strasburgo in cui sostengono che
il piano d'emergenza predisposto dalle autorità italiane è
inadeguato, e che quindi lo Stato non sta garantendo come
dovrebbe la sicurezza dei cittadini.
Secondo i ricorrenti, rappresentati dall'avvocato Nicolò
Paoletti, le autorità dovrebbero mettere a punto, nel minor
tempo possibile, un piano d'emergenza che indichi nel dettaglio
innanzitutto le vie di evacuazione. Dovrebbero inoltre
predisporre rifugi, condurre controlli antisismici di tutte le
strutture pubbliche, organizzare esercitazioni annuali, e
informare con regolarità i cittadini per garantire al massimo la
loro incolumità. Non facendolo, secondo i ricorrenti, lo Stato
italiano non sta salvaguardando come dovrebbe la loro sicurezza
e quindi sta violando i loro diritti, in particolare quello alla
vita. ''Lo Stato, in base alla giurisprudenza della Corte di
Strasburgo, ha il dovere di prendere tutte le misure necessarie
per ridurre al minimo i rischi che la popolazione corre in caso
di calamità naturali, e quindi anche nel caso di eruzione del
Vesuvio - spiega all'ANSA l'avvocato Paoletti - Da tutti i dati
raccolti e presentati alla Corte risulta però che le autorità
non stanno adempiendo a questo dovere''. Secondo il legale i
documenti dimostrano che sia le autorità che la comunità
scientifica danno per certa un'eruzione del Vesuvio, una vera e
propria ''bomba ad orologeria'' secondo la definizione della
rivista 'Nature'. Per di più, ricorda Paoletti, ci sono
dichiarazioni, come quelle recenti del sindaco di San Giorgio a
Cremano, che sottolineano come allo stato attuale, a causa
dell'abusivismo, molte delle possibili vie di evacuazione sono
inutilizzabili. ''Questi dati mostrano quanto sia urgente
predisporre un piano d'emergenza, ed è per questo che ho chiesto
alla Corte europea dei diritti umani di dare la priorità a
questo ricorso'', dice l'avvocato, ricordando che i ricorrenti
non hanno modo di forzare le autorità italiane a mettere a punto
un piano adeguato se non facendo ricorso alla Corte di
Strasburgo. (ANSA)
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