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Crisi:Consiglio d'Europa,allarme lavoro minorile,5,2% Italia

Muiznieks, Stati non prestano sufficiente attenzione

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 20 AGO - In Europa la piaga del lavoro minorile è tutt'altro che scomparsa - in Italia arriva al 5,2% - e i pochi dati disponibili fanno ritenere che il fenomeno stia aumentando a causa della crisi economica. Gli Stati, però, stanno prestando poca attenzione al problema. A lanciare l'allarme è il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, in un documento pubblicato oggi.

''Nella maggior parte dei paesi membri i governi sono consapevoli del problema, ma pochi sono pronti ad affrontarlo'' afferma Muiznieks, che specifica come nonostante quasi tutti gli Stati abbiano leggi adeguate per combattere il lavoro minorile, queste non vengano applicate.

Il commissario denuncia anche la preoccupante mancanza di dati sul fenomeno, che non può essere combattuto senza informazioni precise sull'ampiezza, le caratteristiche e gli effetti che ha. Stando a quelli che l'ufficio del commissario è riuscito a raccogliere dai vari paesi, però, ''emerge una realtà preoccupante''. In Italia, per esempio secondo i dati di Save the Children, è costretto a lavorare il 5,2% dei minori di 16 anni. In Albania il 19%, in Georgia il 29%, mentre il governo russo stima che ci sono circa un milione di minori che lavorano.

''I governi devono urgentemente prestare un'attenzione specifica al problema del lavoro minorile'' afferma il commissario richiamandoli a mettere in atto i principi guida contenuti nella convenzione per i diritti dei minori dell'Onu e gli standard della Carta sociale europea del Consiglio d'Europa. ''Lasciare questo problema insoluto non solo mette a rischio il futuro di questi minori ma anche quello delle nostre società'' avverte il commissario, che chiede a tutti di domandarsi ''a cosa somiglierà il futuro delle nostre società quando questi minori saranno degli adulti che invece che essere andati a scuola e aver giocato saranno stati esposti sin dall'infanzia a ogni tipo di rischio''. (ANSA)
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