La Commissione Ue dà ragione ai
produttori italiani di riso: c'è stato danno economico causato
dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania, paesi
per i quali potrebbe essere presto ristabilito il dazio. Sono le
conclusioni dell'indagine iniziata nel marzo scorso
dall'Esecutivo europeo, che ora proporrà al voto dei 28 il
ripristino dei dazi ai due Paesi asiatici. Lo riferiscono fonti
Ue.
L'indagine era stata avviata dalla Commissione europea su
istanza presentata nel febbraio scorso dall'Italia, principale
produttore di riso dell'Ue, con il sostegno di altri sette Paesi
(Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Ungheria, Romania e
Bulgaria). Lo scopo era stabilire se le importazioni a dazio
zero di riso indica da Cambogia e Birmania - consentite dal
regime di preferenza commerciale Ue 'tutto tranne le armi' a
favore dei Paesi più poveri -, avessero causato gravi difficoltà
ai produttori europei nel 2012-2017. Il regime 'tutto tranne le
armi' ha consentito infatti alla Cambogia e alla Birmania di
aumentare esponenzialmente le esportazioni di tessuti e riso
indica nell'Ue.
Secondo dati presentati dall'Ente Risi a Bruxelles lo scorso
gennaio, il boom di importazioni di riso indica viene
soprattutto da Phnom Penh, con flussi in entrata aumentati
dell'822% (da 27mila a 249mila tonnellate) dal 2012 al 2017.
Cambogia e Birmania sono anche al centro di un'indagine della
Commissione europea per le ripetute violazioni dei diritti
umani, indagine che potrebbe portare alla sospensione di tutte
le preferenze commerciali applicate dall'Ue.
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