"La proposta della relatrice croata Ruza Tomasic - prosegue Affronte - prevede la riduzione delle catture del 4%", una soglia "totalmente insufficiente" a preservare gli stock. Affronte propone quindi un piano di gestione flessibile basato sulla biomassa minima da conservare per garantire la continuità delle specie. Un piano che richiederebbe un monitoraggio rigoroso, ma consentirebbe di approfittare delle annate migliori per aumentare la pesca. C'è, infine, una soluzione di compromesso che prevede di adottare la 'quota Tomasic' fino al 2023 e, se gli stock non fossero a livelli accettabili, applicare il criterio della biomassa minima. "E' meglio di niente - conclude Affronte -, ma aspettare il 2023 continuando a sfruttare il mare come facciamo ora è, a detta degli scienziati, un autentico salto nel buio".
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