Tra gli italiani é intervenuto Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, ricordando come quella del Parmigiano Reggiano sia l'unica filiera del settore ad essersi autoregolamentata nella programmazione produttiva con un sistema di quote interno tra i soci. Questo però non è sufficiente -dice- a rispondere a un mercato altamente ciclico e volatile".
L'idea su cui ci stiamo confrontando - spiega De Castro - non é di far rientrare le quote latte dalla finestra una volta uscite dalla porta, ma di trovare un meccanismo in base al quale se la Commissione europea stabilisce di dover modificare il prezzo di intervento (che agisce come rete di sicurezza su un prezzo minimo del latte) gli Stati membri siano autorizzati a introdurre incentivi o disincentivi rispetto a determinati obiettivi produttivi". Ad esempio, nel 2014 l'Ue ha incrementato la produzione di latte in media del 5%, (alcuni Paesi del 10%, altri l'anno ridotta) "se noi avessimo avuto un meccanismo legato a obiettivi produttivi, i Paesi che sforavano l'obiettivo avrebbero dovuto essere disincentivati, mentre quelli che hanno prodotto meno incentivati". Come? Non applicando multe ma ad esempio, come avviene per il Parmigiano Reggiano chi sfora deve pagare in più costi di pubblicità o di immissione sul mercato.
Insomma - dice De Castro - "noi vogliamo aumentare la produzione, ma questo deve avvenire in modo graduale e in qualche modo governato, affinché le fluttuazioni di prezzi non vadano a colpire i più deboli e le aziende più piccole.
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