BRUXELLES - "Non abbiamo alcuna risposta alle dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri cinese. Prendiamo le misure che riteniamo giustificate in linea con l'evoluzione della situazione in Cina. Si basano sulle discussioni tra i nostri esperti e scienziati, ma ora sono soggette a una decisione che dovrà essere discussa dagli Stati membri". Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Dana Spinant nel corso del briefing quotidiano con la stampa, interpellata sul fatto che ieri il ministero degli Esteri cinese ha parlato di contromisure sul principio di reciprocità, sull'ipotesi di test Covid per chi arriva in Ue dalla Cina.
Il meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi (Ipcr), convocato ieri a Bruxelles dalla presidenza svedese del Consiglio dell'Unione europea, "era stato previsto sin dall'inizio per discutere e coordinare un approccio comune degli Stati membri e dare raccomandazioni alla luce del picco di contagi del Covid in Cina e in vista del grandissimo numero di viaggiatori cinesi attesi nell'Ue con la ripresa dei viaggi dal Paese e questo ha fatto: ha 'fortemente raccomandato' agli Stati di introdurre l'obbligo di test" in arrivo e ha "fortemente raccomandato" altre misure.
"L'Ipcr non aveva mandato per introdurre un obbligo europeo di effettuare test nell'Unione. Quella resta una scelta di livello nazionale". E' quanto spiega un funzionario europeo, interpellato circa le indiscrezioni sulla contrarietà di alcuni Paesi ai tamponi in ingresso per i viaggiatori in arrivo dalla Cina. "L'Ipcr è stato voluto per coordinare un approccio comune Ue sul picco di epidemia in Cina, considerando anche che non abbiamo a disposizione dati credibili sui contagi, e dopo che già alcuni Stati come Italia, Francia e Spagna hanno introdotto test in arrivo". "Tutti sono stati decisamente a favore di un approccio comune" – prosegue il funzionario. "Ci sono differenze nazionali per intervenire e alcuni Paesi non hanno neppure voli diretti dalla Cina".
L'organismo non ha fornito raccomandazioni per i viaggiatori in arrivo nell'Unione con uno scalo in Paesi terzi: "Risulta complesso e alcuni Stati membri hanno dei problemi legali al riguardo. Verrà deciso anche questo a livello nazionale", spiega al riguardo il funzionario. Più in generale al momento sulle regole Covid "non è in agenda", spiega anche, l'idea di reintrodurre "obblighi generalizzati per i viaggiatori in arrivo in Ue dal resto del mondo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA