BRUXELLES - Europarlamento, Consiglio Ue e Commissione hanno raggiunto un compromesso nella notte sul regolamento sui piani strategici nazionali della nuova Pac, il più importante dei tre del pacchetto di riforma. A quanto si apprende, le istituzioni Ue hanno raggiunto un compromesso su una maggiore integrazione tra Pac e Green Deal e sulla destinazione - con flessibilità - a pratiche agronomiche rispettose dell'ambiente del 25% delle dotazioni nazionali per i pagamenti diretti 2023-27, quasi 49 miliardi in 5 anni. L'Europarlamento chiedeva il 30%, gli Stati il 20%. Stamattina il negoziato riprende con due punti controversi ancora da affrontare, ovvero il funzionamento della riserva di crisi per gli agricoltori e il livello dei residui massimi di pesticidi nei prodotti importati.
Il primo compromesso sulla riforma della Pac, raggiunto nella notte, porterà a una distribuzione degli aiuti più equa e terrà conto della dimensione sociale. Lo sottolinea Herbert Dorfmann in una nota. "Fin dall'inizio del dibattito sulla nuova riforma, ho sostenuto l'importanza di una distribuzione più equa dei fondi agricoli - si legge - e le aziende più grandi riceveranno il 10 per cento di fondi in meno, che sarà distribuito a quelle più piccole". "La riforma fa più attenzione all'ambiente - prosegue il documento - e per la prima volta, la Pac ha una dimensione sociale" con l'equilibrio "tra sostenibilità ecologica, economica e sociale".
"Si tratta della chiusura di una trattativa serrata che abbiamo condotto sul dossier forse più delicato e che sancisce la nascita di un terzo pilastro della Pac, perché accanto alla dimensione economica e ambientale la nuova Politica agricola prevederà anche quella della condizionalità sociale, con il rafforzamento dei diritti dei lavoratori". E' il commento sul primo accordo sulla riforma della Pac dell'eurodeputato Paolo De Castro. "Entro oggi contiamo di chiudere la partita anche sugli altri due dossier legislativi - si legge in una nota di De Castro - quello sull'Organizzazione comune di mercato e il regolamento Orizzontale".
"L'accordo raggiunto dalle istituzioni europee rappresenta uno schiaffo alle ambizioni ambientali e climatiche dell'Ue e un assegno, pressoché in bianco, alla lobby dell'agribusiness". Così, in una nota, la deputata dei Verdi europei Eleonora Evi. L'accordo, secondo Evi, "conferma il disastroso status quo in cui grandi aziende agricole che praticano un modello di agricoltura industriale insostenibile ricevendo la maggior parte dei sussidi Pac, a discapito dei piccoli agricoltori che, lasciati con le briciole, continuano a sparire a vista d'occhio". "Auspico - conclude Evi - che, in vista della ratifica finale, il Parlamento riesca finalmente ad emanciparsi dalla lobby dell'agricoltura industriale e ad ascoltare i cittadini e le associazioni che da mesi si oppongono a questa scellerata riforma, rigettando questo accordo criminale".
L'accordo sulla Pac "avrebbe potuto essere più ambizioso", ma "raggiunge gli obiettivi essenziali". Così Pascal Canfin, presidente della commissione ambiente dell'Europarlamento, che definisce "un punto di svolta" il fatto che "nessun piano strategico può essere approvato dalla Commissione se non è coerente con le legislazioni sui pesticidi, sull'habitat degli uccelli o sulla rimozione del carbonio dal suolo". Un elemento "che sarà rafforzato ogni volta che tali normative saranno riviste sulla scia dell'implementazione del Green Deal", specifica l'ex ministro francese.
L'accordo sulla Pac raggiunto nella notte "mantiene in gran parte le cose come sono" e "i leader dell'Ue cercheranno di vendere la riforma come un successo ambientale, ma non ci facciamo ingannare dal greenwashing, e nemmeno il Parlamento deve esserlo: i deputati devono votare contro questa Pac". E' la reazione di Marco Contiero di Greenpeace Europa al primo compromesso sulla riforma della Politica agricola comune raggiunto nella notte da Europarlamento, Consiglio Ue e Commissione. "Questa non può essere definita una codecisione - attacca Jabier Ruiz del Wwf Europa - il Parlamento ha perso praticamente tutti gli emendamenti che avrebbero potuto rendere la futura Pac un po' più verde ed equa, mentre il Consiglio è riuscito a far passare la maggior parte delle sue posizioni. A meno che il Parlamento non si svegli e tiri il freno a mano, questa Pac proteggerà solo lo status quo".
Il compromesso sull'architettura verde della nuova Pac raggiunto stanotte "peggiorerà la crisi ambientale con misure deboli che finiranno per sostenere pratiche agricole dannose". È l'analisi della Ong European Environmental Bureau sull'accordo parziale concretizzato sulla Pac 2023-2027. "L'Ue spende più per gli agricoltori che per qualsiasi altra cosa, rendendo la politica agricola uno strumento potente, nel bene e nel male - si legge in una nota dell'Eeb - ma questa nuova politica è un enorme fallimento nell'affrontare le gravi minacce" del clima, declino della biodiversità e il degrado dei suoli", e "il Parlamento europeo dovrebbe respingere questo accordo".
Nonostante le critiche è stato raggiunto un accordo tra le istituzioni europee. Lo ha annunciato su Twitter il Commissario Ue all'agricoltura Janusz Wojciechowski. "Mi riempie di grande soddisfazione poter affermare che ce l'abbiamo fatta - ha scritto il politico polacco - su alcuni punti avremmo potuto desiderare un risultato diverso, ma nel complesso penso che possiamo essere contenti dell'accordo che abbiamo raggiunto". Il commissario ha poi auspicato che il Consiglio Agricoltura e pesca approvi l'accordo nella riunione di lunedì e martedì a Lussemburgo.
"Un'agricoltura più verde ed equa, questo grazie all'accordo complessivo che le istituzioni europee hanno raggiunto sulla riforma della Politica Agricoltura Comune". Lo dichiara l'eurodeputato Salvatore De Meo, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale. "Sono diversi gli aspetti che fanno di questa riforma un vero e proprio totem del cambiamento: ricompensare gli agricoltori che attraverso notevoli sforzi organizzano il proprio lavoro con l'obiettivo di difendere il clima e la natura; dedicare più fondi alle piccole aziende agricole; destinare più terreni alle produzioni biologiche. Certo - continua De Meo - avremmo potuto immaginare una maggiore attenzione anche per altri obiettivi contenuti nella riforma, ma è chiaro che questo traguardo segna un grande passo in avanti verso una transizione che nel caso dell'Italia, attraverso i piani strategici, porterà alla possibilità di programmare investimenti fino al 2027 di circa 50 miliardi di euro".
"Dopo 8 mesi di negoziati e un'ultima riunione fiume di quasi due giorni, abbiamo raggiunto finalmente un accordo politico sulla riforma della nuova Pac. Abbiamo saputo costruire, ancora una volta, una politica comune europea, evitando il rischio di ri-nazionalizzazione che abbiamo da sempre considerato negativo per i nostri agricoltori". Lo riferisce, in una nota, l'europarlamentare del Partito Democratico Pina Picierno. "Avremo soprattutto una Pac più verde: gli ecoregimi, dovranno essere il 25% dei pagamenti, una cifra importante che contribuirà con efficacia nella lotta al cambiamento climatico e alla protezione del nostro territorio. Al contempo la riserva nel fondo per lo sviluppo rurale a misure ambientali sarà del 35% - precisa.
La nuova Pac garantisce anche maggiore equità, con la nuova condizionalità sociale che, grazie al nostro gruppo, ora è parte integrante della Pac: mai più sfruttamento della manodopera con i fondi pubblici e diritti dei lavoratori rafforzati". Secondo Piecierno "abbiamo fatto un grande passo avanti rispetto ad ora da tanti punti di vista, ambientale, sociale, economico. La palla passa ora agli Stati membri che dovranno proporre piani strategici ambiziosi con l'obiettivo di implementare pienamente tutti gli aspetti prioritari".
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