(ANSA) - ROMA, 19 OTT - Lavorare nei cantieri di oltre 5 mila
opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2500 chiese
danneggiate dal terremoto del 2016: è l'occasione che si apre
per i detenuti in dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio,
Molise, Marche e Umbria. A stabilirlo è il protocollo d'intesa
siglato oggi tra il commissario straordinario alla
Ricostruzione, Giovanni Legnini, la ministra della Giustizia,
Marta Cartabia, il presidente della Conferenza Episcopale
Italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, il presidente del
Consiglio nazionale dell'Anci, Enzo Bianco, e il vicepresidente
Ance con delega per la ricostruzione del Centro Italia Piero
Petrucco, presente anche il capo del Dipartimento
dell'Amministrazione penitenziaria (Dap), Carlo Renoldi.
Un accordo che segue quello di giugno tra la stessa Cartabia
e il ministro dell'Innovazione Vittorio Colao in base al quale
circa 2mila detenuti in tutta Italia potranno lavorare per la
posa della fibra ottica in tutto il paese. Un lavoro retribuito
e dopo una formazione ad hoc. Questo nuovo accordo ha lo stesso
obiettivo: aumentare le opportunità di lavoro, uno strumento
indispensabile per il pieno reinserimento sociale, di chi sta
scontando una pena detentiva in 35 istituti del Centro Italia.
Il numero dei detenuti coinvolti dipenderà dal programma dei
lavori e dai cantieri individuati mentre le modalità di
inserimento lavorativo verranno definite in base ai profili dei
singoli detenuti e alle esigenze delle aziende. Al commissario
straordinario spetterà la funzione di raccordo delle attività,
mentre il Dap individuerà gli idonei e favorirà il loro
inserimento in cantieri vicini alle strutture detentive, in
accordo con la Magistratura di sorveglianza. La Cei, invece,
promuoverà, presso le imprese impegnate nella ricostruzione
degli edifici di culto, l'utilizzo di manodopera da parte dei
detenuti valutati idonei.
"Ricostruire gli edifici, per ricostruire anche le proprie
vite e sentirsi parte della comunità: ha un fortissimo
significato simbolico il protocollo - ha osservato la ministra
Cartabia - che permetterà ad alcune persone di uscire dal
carcere per lavorare nei cantieri dei paesi feriti dai
terremoti. Attraverso il lavoro, il tempo della detenzione si
orienta verso l'obiettivo costituzionale della rieducazione e
del reinserimento sociale. Il lavoro in carcere è stata una
delle mie priorità in questo anno e mezzo al ministero. E sono
particolarmente felice di questa firma, a conclusione del mio
mandato". Per Giovanni Legnini, "l'accordo concluso oggi è denso
di significati" e rappresenta "una bella opportunità" per
realizzare "il principio della funzione rieducativa della pena"
e dà alle imprese la possibilità "di formare ed utilizzare
personale motivato a dare un contributo a tale importante
finalità pubblica". "Il Protocollo rappresenta un passo
importante sulla strada della responsabilità comune. Se vogliamo
che il carcere non sia solo punitivo, ma soprattutto redentivo -
ha commentato il cardinale Zuppi - dobbiamo smettere di pensarlo
come una realtà isolata, a sé stante, emarginata". (ANSA).
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