(ANSA) - MILANO, 12 MAR - Per far lievitare pane, pizza e
dolci si usano sia lieviti naturali che chimici. A cambiare
possono essere le proprietà organolettiche, le consistenze e i
tempi, ma per entrambi "siamo in un campo di assoluta sicurezza:
il lievito naturale appartiene alla tradizione, ma il lievito
chimico non contiene alcuna sostanza nociva". Lo spiega all'ANSA
Giuseppe Rotilio, professore di biochimica e nutrizione umana
all'università di Roma Tor Vergata, rispondendo a una domanda
degli studenti del liceo Pilo Albertelli di Roma.
"Il lievito di birra, 'Saccharomyces cerevisiae', un fungo,
oltre che alla lievitazione, serve a far fermentare lo zucchero
del malto e dell'uva", spiega Rotilio. Se il fungo lavora in
presenza di ossigeno, produce soprattutto anidride carbonica, un
gas che serve a 'gonfiare' gli impasti, mentre se lavora in
assenza di ossigeno crea principalmente alcol.
Accanto al lievito di birra, un altro lievito naturale è
quello madre, chiamato anche 'pasta acida'. "Microscopicamente è
diverso, perché oltre a contenere questo micete, il
saccharomyces, contiene dei batteri, i lactobacilli, che
trasformano il glucosio del grano e di altri cereali in anidride
carbonica e acido lattico", evidenzia l'esperto. Entrambi questi
lieviti producono una fermentazione microbica che consente
all'impasto di incorporare bolle gassose, e quindi di gonfiarsi.
Perché ciò accada, tuttavia, è indispensabile che la farina
usata formi il glutine, una sorta di rete proteica elastica che
"come una gabbia intrappola l'aria. La farina di mais non è tra
queste, ed ecco perché le tortillas messicane sono piatte".
Il lievito chimico negli ultimi tempi è in auge perché molte
persone hanno scoperto di essere intolleranti o allergiche ai
microrganismi residui dei lieviti naturali", prosegue Rotilio.
"In genere sono miscele di bicarbonato, che producono anidride
carbonica se sottoposte a un processo che avviene in presenza di
un acido leggero come il tartarico". L'anidride carbonica è
prodotta in assenza di organismi viventi e fermentazione
microbica. I tempi di lievitazione si accorciano e possono
essere controllati.
Oltre ai lieviti naturali e chimici, in cucina si usa anche la
lievitazione fisica, che "consiste nel far inglobare aria
all'impasto durante l'emulsione", ad esempio montando le chiare
d'uovo a neve per il pan di Spagna, e la lievitazione per
evaporazione, in cui la pasta sfoglia si gonfia per via
dell'evaporazione dell'acqua che viene trattenuta dagli strati
di grasso presenti.(ANSA).
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