(ANSA) - MILANO, 5 MAR - Dalla "rivoluzione verde", dopo la
Seconda guerra mondiale, e con la cosiddetta "agricoltura di
precisione" iniziata negli anni Settanta, la tecnologia ha
giocato un ruolo chiave nei campi, mettendo al servizio della
produttività l'elettronica, l'informatica e le
telecomunicazioni. Adesso si aprono nuovi scenari, che vedono
l'ingresso nel settore di droni e app per smartphone e tablet.
Lo spiega all'ANSA Paolo Menesatti, direttore di Ingegneria
agraria del Cra (il Consiglio per la ricerca in agricoltura),
rispondendo a una domanda posta dagli studenti del liceo romano
Vittoria Colonna.
Con la "rivoluzione verde", racconta Menesatti, la tecnologia
è entrata nell'agricoltura aumentando notevolmente la produzione
grazie all'impollinazione incrociata, che ha portato alla
creazione di ibridi, e a una serie di tecniche, dai
fertilizzanti ai prodotti fitosanitari per controllare malerbe
ed eliminare insetti nocivi, da metodi di irrigazione più
efficaci all'uso massiccio di macchinari pesanti.
Negli anni Settanta ha preso il via l'agricoltura di
precisione, che consente di trattare un terreno eterogeneo - ad
esempio per le sue proprietà chimiche - in modo diversificato.
In sostanza il campo viene controllato e i dati acquisiti sono
elaborati per poter prendere le decisioni più utili al fine di
aumentare la resa. Per farlo vengono coinvolti i sensori
elettronici, le tecnologie informatiche, di telecomunicazione e,
dagli anni Novanta, il Gps. "Per applicare fertilizzanti in base
alla necessità di una singola area di terreno, nell'ordine di
metri quadrati, si usano tecnologie di distribuzione a dose
variabile" rese possibili da un sistema computerizzato, spiega
l'ingegnere. La macchina avanza cioè nel campo sapendo
esattamente quante sostanze rilasciare. "Così si persegue una
sostenibilità economica e ambientale: con pochi fertilizzanti
avrei un raccolto inferiore al potenziale; con troppi sprecherei
prodotto e inquinerei l'ambiente".
In questo quadro si inseriscono i droni, equipaggiati con
videocamere, sensori multispettrali, Gps e magnetometri per il
monitoraggio dei campi, e capaci di spargere concimi e
fitofarmaci in modo preciso anche in aree inaccessibili."Il
drone ha il vantaggio di una visione non così remota come il
satellite e non così dettagliata come quella a terra. Consente
di monitorare lo stato fitopatologico e idrico delle colture, ma
anche la presenza di animali selvatici come i cinghiali",
osserva Menesatti. "L'impiego sarebbe utilissimo negli
allevamenti, per sorvegliare e localizzare le mandrie di bovini
lasciati allo stato brado come le razze maremmana e chianina".
Altro trend futuro, prosegue Menesatti, sarà "lo sviluppo
delle app di agricoltura, sia per aiutare chi gestisce
l'azienda, ad esempio con allerta fitosanitari, sia per mettere
in rete le aziende così da praticare il 'direct to market', la
vendita diretta dal produttore al consumatore".
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