Secondo Hamida si tratta di un "progetto di civiltà che non deve essere fatto oggetto di tensioni partigiane ed elettorali, ed in piena preparazione delle comunali, si è reso necessario chiederne un rinvio, cosa che è stata accettata dal presidente".
"Si tratta di un'opportunità di poter allargare le nostre discussioni e consultazioni con tutte le parti interessate dal progetto che rappresenta un grande passo in avanti per la Tunisia verso l'uguaglianza assoluta tra cittadine e cittadini e la protezione delle libertà individuali" C'è molta attesa in Tunisia in particolare sui contenuti della proposta sulla riforma della legge ereditaria, che dovrebbe riuscire a conciliare i principi contenuti nella Costituzione con quelli di una legislazione fortemente influenzata dal diritto islamico. Nell'Islam infatti la questione ereditaria rappresenta una sorta di tabù, poiché nel Corano è scritto fra l'altro che alle donne spetta la metà dell'eredità rispetto all'erede maschio.
Altre proposte da parte della Commissione che stanno facendo rumore nel Paese, specie tra i conservatori, sono l'abolizione della dote e la possibilità (facoltativa) per le donne di poter trasmettere anche il loro cognome di famiglia, oltre a quello del marito, ai propri figli.
Molti sono comunque i passi avanti registrati in direzione dell'uguaglianza di genere in Tunisia negli ultimi anni.
Nell'agosto 2017 il parlamento ha votato una legge organica contro la violenza sulle donne e per la parità di genere, nel settembre successivo il ministro tunisino della Giustizia, Ghazi Jeribi, ha firmato una circolare che annullava la norma che impediva alle tunisine di sposarsi con non musulmani, lasciando dunque libere le donne tunisine di sposarsi con chi vogliono, indipendentemente dalla religione. (ANSAmed).
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