"Data la filosofia del Ruanda e la nostra storia, non possiamo rimanere silenti quando esseri umani sono maltrattati e venduti all'asta come bestiame", ha dichiarato il ministero degli esteri di Kigali in una nota pubblicata sul suo sito internet. Il riferimento è al video rilanciato dalla Cnn una decina di giorni fa, sulla vendita all'asta in Libia.
"Il Ruanda, come il resto del mondo, è inorridito per le immagini della tragedia che si consuma attualmente in Libia dove uomini, donne e bambini africani che erano sulla via dell'esilio sono stato bloccati e trasformati in schiavi", premette la nota del dicastero.
"Il governo e il popolo del Ruanda sono solidali con i nostri fratelli e sorelle africani ancora tenuti in cattività. Il Ruanda potrebbe non essere in grado di accogliere tutti, ma la nostra porta è spalancata", aggiunge il ministero. "Siamo pronti a lavorare strettamente con l'Unione africana, il settore privato e con altri amici e partner per assicurare" un "minimo comfort a coloro che ne hanno bisogno", conclude la nota.
Il Ruanda, in circa 100 giorni del 1994, fu teatro di un genocidio etnico di cui furono vittima circa 800 mila Tutsi e Hutu moderati, ricorda il sito della Bbc. Il paese è 167/o su 187 nella classifica mondiale 2017 del Pil pro capite espresso in parità di potere d'acquisto (Ppa) stilata dalla Banca mondiale.
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