(ANSAmed) - ISTANBUL, 26 LUG - In cambio del loro presunto
appoggio al tentativo di golpe in Turchia, gli Stati Uniti
avrebbero ottenuto una nuova base militare al confine con la
Siria: a lanciare l'accusa è ancora il quotidiano Yeni Safak,
vicino al presidente Recep Tayyip Erdogan, che ieri aveva
denunciato un supposto coinvolgimento della Cia, definendo gli
Stati Uniti come "gli architetti" del putsch insieme a Fethullah
Gulen.
Dopo le accuse al generale Usa in pensione John Campbell, che
le ha respinte definendole "assolutamente ridicole", nel mirino
è finito oggi Henri Barkey, ex ufficiale dell'agenzia di
intelligence Usa e attuale direttore del programma per il Medio
Oriente al Woodrow Wilson Center. Secondo il giornale, che cita
fonti delle indagini, avrebbe trascorso la notte del golpe in un
hotel delle isole dei Principi, al largo di Istanbul,
organizzando un presunto "incontro clandestino" con altri
esperti stranieri.
Si tratta di attacchi pesantissimi, che rischiano di
complicare ulteriormente i rapporti con Washington, mentre
Ankara continua a chiedere con forza l'estradizione di Gulen.
Oggi alle accuse ha peraltro fatto esplicito riferimento il
leader del partito nazionalista Mhp, Devlet Bahceli. Se provate,
ha detto, "significherebbe che gli Usa e i centri del potere
globale vogliono trascinare la Turchia nella guerra civile".
Giovedì, il gruppo ultraconservatore Associazione della Gioventù
Anatolica ha organizzato una manifestazione davanti alla base
Nato di Incirlik, nel sud del Paese, per mandare "un messaggio
agli Usa golpisti". (ANSAmed).
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