"Parlando di questo caso bisogna considerare due punti", ha premesso Wahdan in un'intervista all'emittente privata "Ten Tv".
"Si tratta di un cittadino italiano ucciso sul territorio egiziano e l'assalitore sarà giudicato perché siamo uno Stato che applica la legge. Ma per quanto concerne il secondo punto - ha aggiunto il vicepresidente dell'assemblea parlamentare del Cairo - quando si parla di un accademico italiano che spiava in Egitto dopo essere stato accolto calorosamente dall'Egitto, allora questo è un grandissimo problema in quanto il popolo egiziano non lo dimenticherà mai e sarà una pietra che ostacolerà le relazioni tra l'Egitto e l'Italia nonostante le buone relazioni su tutti i piani, economici e politici". Nel video dell'intervista rilanciata in video dal sito Tahrirnews, Wahdan dice ancora: "E' un punto di vista, non parlo di documenti".
Voci incontrollabili su una presunta attività di intelligence attribuita a Regeni sono state ripetutamente smentite fra gli altri dal ministro dell'Interno egiziano, Magdy Abdel Ghaffar, già meno di una settimana dopo il ritrovamento del corpo del ricercatore avvenuta il 3 febbraio, ma hanno continuato a riaffiorare sui media. (ANSAmed).
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