Non ci sarà "nessun intervento militare senza richieste del governo libico e la validazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", ha spiegato Gentiloni. "In questo contesto si potrà parlare" di eventuali missioni, "ma avremo bisogno di tutto il parlamento e di una cornice internazionale". "Stiamo lavorando per cercare di consolidare la presenza del governo di accordo nazionale dopo la sua istallazione a Tripoli e nella convinzione che vi sia la premessa per raggiungere l'obiettivo di isolare la minaccia terroristica e dall'altro di prevenire fenomeni migratori", ha detto ancora, aggiungendo che "l'unica condizione è la stabilizzazione", che sarà una strada "molto lunga".
"Non abbiamo numeri. Abbiamo detto che risponderemo ad eventuali richieste del governo libico dopo averne discusso in Parlamento e nella cornice Onu". Non si può dunque parlare di 5 mila oppure 900 uomini: "Per il momento si stratta di voci, indiscrezioni, non certo di decisioni che il governo si accinge a prendere" "Finora non è arrivata alcuna richiesta, neanche sul terreno della protezione dei pozzi petroliferi da parte delle autorità libiche". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni,
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