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Grecia: piano Samaras per superare empasse presidenziali

Tra punti urne entro il 2015, revisione costituzione e rimpasto

22 dicembre, 10:56

Il premier greco Antonis Samaras in Parlamento Il premier greco Antonis Samaras in Parlamento

(ANSAmed) - ATENE - Con una mossa a sorpresa il premier greco Antonis Samaras ha fatto un passo indietro rispetto alla sua posizione netta sul problema della nomina del nuovo presidente della Repubblica: elezione del capo dello Stato da parte dell'attuale Parlamento oppure ricorso alle urne. Il primo ministro ha infatti annunciato ieri un piano in quattro punti allo scopo di superare le perplessità di diversi deputati indipendenti ed ottenere un più ampio consenso intorno al candidato del governo, Stavros Dimas, facilitando la sua nomina per evitare così le elezioni anticipate che - come ha sottolineato - "non si devono tenere ora".

Il piano di Samaras prevede l'elezione del presidente della Repubblica da parte del Parlamento attuale, la revisione della Carta Costituzionale, un rimpasto governativo con la partecipazione di personalità filo-europee ed elezioni generali entro la fine del 2015 e non più alla fine della scadenza della legislatura nel giugno 2016.

"Prima - ha detto il premier in un messaggio rivolto a tutte le forze politiche - dobbiamo concludere le trattative con i creditori internazionali del Paese e procedere alla revisione della Costituzione in un clima di tranquillità e di sicurezza.

Dopo, rafforzati politicamente ed economicamente, potremo concordare una data per lo svolgimento delle elezioni anche entro la fine del 2015". I partiti dell'opposizione, eccettuato il Partito Comunista di Grecia (Kke) che ancora non si è espresso a riguardo, hanno respinto il piano del premier. Syriza, il partito di sinistra radicale guidato da Alexis Tsipras, ha accusato Samaras di "temere il giudizio del popolo greco che alla fine non riuscirà ad evitare" e ha ribadito la propria posizione: elezioni adesso.

Da parte sua, il partito Sinistra Democratica (Dimar) ha ripetuto di essere stato "contrario sin dal primo momento all'elezione del nuovo presidente della Repubblica da parte del Parlamento attuale in quanto le politiche del governo determinano lo stallo della società e dell'economia".(ANSAmed).

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