"La Tunisia appartiene ai tunisini, non è in vendita, né in affitto, né per alcuna politica imposta dall'estero", ha affermato ancora Saied ribadendo ancora una volta sul tema dell'immigrazione irregolare, che sebbene i migranti stessi siano vittime di un sistema globale ingiusto, "la Tunisia non sarà mai un punto di transito, né una terra di insediamento".
Per quanto la Tunisia sia indulgente e tollerante nei confronti dei migranti irregolari, essa si oppone direttamente ai progetti e ai piani di coloro che cercano di farne un luogo di insediamento o un punto di transito per i migranti sub-sahariani, ha affermato, sottolineando "che coloro che dal 2017 cercano di fare della Tunisia un luogo di insediamento per i migranti, intascando milioni in valute straniere, complottano costantemente dall'estero contro la sicurezza del Paese, sollecitando le associazioni e le organizzazioni interessate alla questione migratoria a non accontentarsi più di rilasciare dichiarazioni "sospette" ma a impegnarsi maggiormente nella ricerca di una soluzione a questo problema.
"Non accetteremo la presenza di fuorilegge sul nostro territorio e la Tunisia non ne sarà una vittima". Riferendosi al fascicolo della "cospirazione contro la sicurezza dello Stato", nell'ambito del quale sono in custodia cautelare da oltre un anno diversi esponenti politici e per il quale si sono concluse recentemente le indagini, Saied ha assicurato che "è tempo di giudicare coloro che hanno complottato, e quelli che stanno ancora complottando, attraverso un giusto processo. Le procedure sono state rispettate.
Tuttavia, l'allungamento dei procedimenti ha giovato agli interessi dei cospiratori, che hanno continuato a ricevere denaro dall'estero attraverso un'associazione mentre erano dietro le sbarre". Il presidente ha poi ribadito la posizione costante della Tunisia a sostegno della causa palestinese, assicurando che il Paese adotta le misure e le precauzioni necessarie, tenendo conto degli ultimi sviluppi nella regione.
Ha poi affrontato anche il tema della conciliazione penale, garantendo che i soldi del popolo tunisino ritorneranno al popolo tunisino fino all'ultimo millesimo, aggiungendo che la lotta alla corruzione continuerà così come "la guerra contro gli sciami di locuste". (ANSAmed).
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