La pubblicazione è frutto di una ricerca coordinata dal professor Nascimbene dell'Università di Bologna ed è la numero 12 tra i documenti tecnico-scientifici del Parco della Maiella.
Testi e foto raccontano i licheni suddivisi in Licheni epifiti degli ambienti antropizzati, Licheni epifiti delle faggete, Licheni terricoli dei prati aridi, Licheni terricoli degli ambienti di alta quota, Licheni degli ambienti rupestri.
Suggestiva la descrizione della 'strana coppia (La simbiosi lichenica)' che introduce alla conoscenza di questi organismi: "Si possono immaginare i licheni come un piccolo monolocale in cui convivono due o più figure: il fungo, il proprietario che fornisce un tetto e un giaciglio confortevole, e gli organismi fotosintetici, gli inquilini che preparano i pasti dando la giusta energia a tutti".
"Il territorio del Parco della Maiella si caratterizza per un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo, sia per numero di specie animali e vegetali sia per l'alto tasso di endemismo - scrive nella presentazione il presidente del Parco Lucio Zazzara - Una ricchezza dovuta alla grande diversità litologica, topografica e climatica, alla storia paleogeografica e paleoclimatica, e alla posizione centrale nel bacino Mediterraneo, che rappresenta uno degli hotspot di biodiversità definiti a scala planetaria". Una biodiversità che "sta attraversando una fase critica in tutto il mondo: in Europa quasi un quarto delle specie è attualmente minacciato di estinzione e il degrado della maggior parte degli ecosistemi ha raggiunto un'entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire appieno i loro preziosi servizi. L'Ente Parco continua costantemente a indagare i diversi gruppi biologici presenti, in questo caso i licheni, aumentando il livello della conoscenza alla base delle azioni di conservazione che verranno intraprese e garantendo, soprattutto alle comunità locali, un chiaro indice dell'elevata qualità biologica del territorio".
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