A cura del team di ricercatori del progetto "Dream - Progettare e attuare le rivoluzioni nel Mediterraneo arabo", guidato da Leyla Dakhli, l'esposizione esplora gli spazi di rivolta nel mondo arabo mediterraneo, partendo dalla constatazione che le rivolte e le rivoluzioni nel Mediterraneo meridionale a partire dagli anni '50 sono state esperienze pratiche, sensoriali ed emotive ancorate a una concezione di vita dignitosa.
"All'inizio c'era l'idea di un progetto di pubblicazione con mappe sensibili e i primi tentativi di visualizzare i singoli argomenti dei ricercatori con il prezioso supporto del cartografo Philippe Rekacewicz. Da un fatidico incontro nel giugno 2022 è nata l'ambiziosa idea di creare una mostra che presentasse i progetti nell'ambito del festival Dream City.
Nell'ottobre 2022 la partecipazione si è materializzata e il progetto ha preso il via, ha dichiarato sul sito del progetto, Dahkli.
Nel contesto delle rivoluzioni del 2011 nella regione Mena, la dignità/karama ha trovato un posto centrale. Le rivoluzioni, almeno in Tunisia e Siria, sono state chiamate rivoluzioni della dignità (thawrât al-karama). Ancora oggi, nei processi rivoluzionari e post-rivoluzionari in corso nella regione, resta centrale la questione della dignità: quella che è dovuta alle vittime della violenza, quella che si è espressa e continua a esprimersi nella resistenza, quella che accompagna le richieste di sussistenza e il diritto alla vita anche in contesti di crisi economica e climatica critica, in particolare in Iraq, Libano, Siria e Sudan. Il progetto assume la dignità come punto focale e la esamina sotto diverse angolazioni. Basata su un lavoro di ricerca e documentazione, questa mostra è un tentativo di risposta sotto forma di mappe sensibili arricchite di suoni, immagini, oggetti, proiezioni che testimoniano traiettorie di vita, situazioni storiche o tempi di rivolte. Nei loro progetti, i ricercatori hanno ripercorso gli ambiti della vita che i ribelli raccontavano loro attraverso interviste, osservazioni o tracce d'archivio. Collegando spazi e tempi diversi, la pluralità di queste mappe ci immerge in un'esplorazione artistica impegnativa e allo stesso tempo piena di immaginazione di questi ambiti della vita. Diventiamo così più capaci di comprendere la complessità, il significato e l'articolazione di queste due nozioni di dignità e rivolta.
La mostra, accompagnata da mini-conferenze e performance, riunisce quattordici bozze di mappe di micro-storie di rivolte ad Algeri, Tunisi, Damasco o Alessandria, ritratti di donne e uomini, luoghi e forme di vita, storie di emancipazioni e slanci rivoluzionari. (ANSAmed).
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