"La Tunisia ha investito molto in questo progetto, che consente un risparmio del 30% del consumo di acque fresche grazie all'uso di acque reflue trattate, ed ha intenzione di implementarlo in più regioni del paese, bisogna però attuare politiche di convincimento degli agricoltori", ha dichiarato Dhahbi Ghanmi, responsabile Accbat in Tunisia. Obiettivo del progetto è infatti migliorare la domanda idrica in agricoltura introducendo pratiche di gestione agricola che siano in grado di soddisfare i bisogni del settore attraverso un utilizzo più efficiente dell'acqua e l'impiego di acque reflue trattate per l'irrigazione. In particolare, a Mahdia il progetto Accbat ha contribuito a realizzare un'unità di dissalazione in grado di ridurre la quantità di sale nell'acqua da 5,8 gr/l a 0 per circa 200 m3 di acqua al giorno. Il sito pilota è stato equipaggiato anche con 600 m3 di acqua per la miscela di acqua dissalata ed acqua salmastra. Quest'acqua con concentrazione salina ridotta (circa 1,5 gr/l) viene poi utilizzata dagli agricoltori per l'irrigazione di colture da serra come pomodori e cetrioli andando a ridurre il degrado del suolo e aumentando la varietà di coltivazioni possibili. Inoltre, spiega ad ANSAmed Barbara Cosentino dell'Icu, sarà evitato lo spreco di acqua dolce per l'irrigazione, una soluzione spesso usata dagli agricoltori per evitare una concentrazione eccessiva di sale nel suolo.
(ANSAmed).
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