Leggi non applicate, infrastrutture da implementare e mercato di fatto ingessato secondo vecchi modelli impedirebbero lo scambio, è la conclusione degli analisti. I risultati dello studio sono stati presentati in una tavola rotonda virtuale. Tra i partecipanti, oltre a Roberto Vigotti, segretario generale della Fondazione RES4Africa, Zoubir Idrissi, responsabile dell'Energia Elettrica al ministero marocchino dell'Energia, Ali Zerouali, manager allo Sviluppo di Masen, l'agenzia marocchina per le rinnovabili e Angelo Ferrante, segretario generale Med-Tso, l'associazione dei gestori di reti del Mediterraneo. Sono passati 4 anni da quando il Marocco e quattro Paesi Ue, Spagna, Portogallo, Francia e Germania hanno firmato un protocollo d'intesa per lo scambio di energia green in uscita dal Marocco. Le barriere normative sono principalmente legate alla "cattiva applicazione delle leggi che pure esistono". "Le infrastrutture sono da implementare", dice sempre lo studio.
Infine, mancherebbe "un mercato all'ingrosso competitivo e di bilanciamento in Marocco", il che "complica il processo di aggiudicazione degli appalti" e di conseguenza "fa salire il prezzo dell'elettricità". Resta il fatto che esiste una base ragionevole per il commercio oltre frontiera delle rinnovabili, secondo lo studio di Res4Africa, "a condizione che ci sia una volontà politica che intervenga sul quadro normativo, infrastrutturale e di mercato".
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