Una iniezione di risorse ingente che sembra volere dare risposte sia all'esterno dell'Algeria (quasi a dare rassicurazioni ai partner stranieri su quelle che sono le linee di indirizzo dell'ente di Stato), che all'interno dove si susseguono le proteste popolari (anche con migliaia di persone in piazza) contro lo sfruttamento del gas di scisto, di cui si teme il impatto ambientale negativo. Tali proteste, che hanno vissuto anche momenti di grave tensione, per i ''contatti'' tra manifestanti e forze di polizia, hanno avuto come teatro soprattutto il Sud del Paese (dove dovrebbe essere avviato lo sfruttamento del gas di scisto), ma che nelle ultime ore si sono spostate sino alla Capitale, in segno di solidarietà per chi si schiera nettamente contro tali attività estrattive.
L'annuncio del piano quinquennale di investimenti - come riferisce l'Aps - è stato fatto ad Orano dal presidente ed amministratore delegato ad interim di Sonatrach, Saïd Sahnoun, che ha scelto, significativamente, l'anniversario (il 44/mo) della nazionalizzazione del settore degli idrocarburi che in un certo senso segnò, anche in campo energetico, l'attesa conclusione dell'era coloniale.
Per Saïd Sahnoun, ''questi investimenti permetteranno a Sonatrach di intensificare gli sforzi di esplorazione in vista di consolidare la sua base di riserve, con un interesse particolare nelle prospezioni di idrocarburi nel Nord del Paese, nell'offshore e nelle ricerche non convenzionali''.
Nel quinquennio saranno in particolare intensificate le attività di ricerca in un area di 26 mila chilometri quadrati all'anno, con una previsione di 120 pozzi sempre per ciascun anno del piano.
Tra gli obiettivi di Sonatrach c'è anche il sostegno alle piccole e medie imprese le cui attività possono essere ricondotte al settore petrolifero.
Insomma Sonatrach sembra avere imboccato un binario di assoluto ottimismo per il suo futuro a medio termine, con un piano che peraltro creerà migliaia di nuovi posti di lavoro. Già entro il 2015 troveranno occupazione ottomila giovani, dando quindi una risposta anche in termini sociali rispetto alla missione che lo Stato ha affidato al suo braccio energetico. (ANSAmed).
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