(dell'inviato Michele Esposito)
(ANSAmed) - ABU DHABI, 15 NOV - L'inno di Mameli e 21 colpi
di cannone sparati nel cortile dello scintillante palazzo
presidenziale di Abu Dhabi segnano l'esordio di Giuseppe Conte
nel Golfo Persico. In una missione "toccata e fuga", mentre
dall'Ue continuano a partire strali sulla manovra, il premier
vola ad Abu Dhabi seguendo uno schema simile alla sua visita in
India: rilanciare il "sistema Italia" oltre lo scetticismo che,
in Europa e tra gli stessi imprenditori nostrani, serpeggia sul
governo giallo-verde.
Due vertici a Palazzo Chigi fanno da "estremi" alla visita
di Conte ad Abu Dhabi dove il premier, prima del bilaterale con
il Principe ereditario Mohammed bin Zayed Al Nahyan, incontra
alle Etihad Towers i rappresentanti di circa 60 imprese
italiane: da Eni a Saipem, da Generali ad Elettronica, da
Fincantieri a Sace e Intesa San Paolo. Al capo del governo gli
imprenditori chiedono più presenza dello Stato al fianco delle
aziende. Conte prova a perforare il loro muro di scetticismo:
questo è un governo che lavora, fidatevi, è il messaggio che
lancia assicurando il suo impegno a non far salire lo spread e
nel velocizzare i pagamenti arretrati della Pubblica
Amministrazione alle aziende.
Il premier rimarca il ruolo delle pmi, individua in Expo
2020 (negli Eau) una nuova chance per il sistema Italia e dà
spazio a Eni che, pochi giorni fa, ha siglato un accordo
strategico con la compagnia petrolifera emiratina, l'Adnoc. Un
accordo con cui Eni potrebbe ridurre del 20% circa l'import di
gas degli Emirati dal Qatar in un momento in cui le relazioni
diplomatiche tra i due Paesi sono piuttosto fredde e in cui Abu
Dhabi sta rilanciando i suoi investimenti per sfruttare i
giacimenti di gas e petrolio. Ma l'intesa può rilanciare anche
la presenza italiana in un'area dove da anni Francia e Germania
hanno lanciato la loro Opa.
E' ancora l'economia a regnare nel bilaterale tra Conte e
l'erede al trono, incontro a cui partecipano diversi ministri
del governo emiratino e dal quale scaturisce l'impegno a
rafforzare l'accordo di partenariato bilaterale - basato su
scambi commerciali e investimenti - a neanche un anno dal
divorzio tra Etihad e Alitalia. Del resto, Abu Dhabi è una delle
mete più "battute" dai premier italiani: qui, non a caso, sono
stati sia Matteo Renzi che Paolo Gentiloni. Ma nel bilaterale
con bin Zayed Al Nahyan c'è anche spazio per la Libia. Il
Principe, spiegano fonti di governo, esprime il suo
apprezzamento per lo sforzo italiano con la Conferenza di
Palermo. Un summit che ha visto il governo aprire di fatto al
generale Khalifa Haftar, sostenuto non a caso da Abu Dhabi, il
cui obiettivo è che sia garantita la sicurezza del confine
orientale libico. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA