E' la radiografia dell'impoverimento che emerge dai dati relativi al 2013 pubblicati oggi dall'Agenzia Tributaria, in base alle dichiarazioni dei redditi presentate lo scorso anno. Sui 16,6 milioni di impiegati, 7,7 milioni hanno un salario inferiore ai mille euro, mentre la retribuzione del 34% dei lavoratori non ha raggiunto il salario minimo professionale. I dati includono, fra gli altri, i salariati con contratti a termine o part time, nella quasi totalità giovani. In particolare, l'86% dei minori di 18 anni guadagna meno del salario minimo; sono inoltre più di 1,1 milioni i lavoratori fra 18 e 25 anni a ricevere uno stipendio inferiore al salario minimo di 645 euro mensili.
Il salario medio che le imprese hanno dichiarato di pagare ai propri dipendenti nel 2013 è stato di 18.505 euro lordi l'anno, pari a 1.320 euro mensili in 14 mensilità, al lordo di contributi previdenziali, secondo la statistica 'Mercato del lavoro e pensioni' dell'Agenzia Tributaria. Se si detrae il 16,47% delle imposte Irpef e circa il 6,5% medio dei contributi previdenziali, il salario netto non arriva ai mille euro.
Secondo la statistica, 16,7 milioni di spagnoli nel 2013 sono rimasti sotto questa soglia, dei 26,3 milioni dei salariati. E lo stesso vale per i pensionati: in 9,2 milioni hanno percepito una pensione media di 12.954 euro lordi l'anno, pari a un mensile di 857 euro al netto della ritenuta media del 7,36%. Da parte loro, i 5,7 milioni di disoccupati dichiarati dall'amministrazione pubblica hanno percepito una retribuzione lorda media annua di 3.828 euro, equivalenti a un contributo netto mensile di 317 euro in 12 mensilità. Di recente, la Commissione Europea ha denunciato che i tagli salariaei provocati in Spagna dalla crisi sono stati "lenti, inefficaci e ingiusti", dato che danneggiano soprattutto i lavoratori a termine a beneficio dei contrattualizzati a tempo indeterminato. (ANSAmed).
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