(ANSAmed) - RABAT, 5 DIC - L'Unesco chiede uno studio
d'impatto sui nuovi progetti architettonici di Rabat. In una
lettera che suona come un ultimatum, il Comitato del patrimonio
mondiale scuote le autorità marocchine. Rabat, dichiarata
patrimonio dell'umanità nel 2012, è interessata da un fervore
costruttivo che punta a fare della capitale marocchina la città
di punta del regno. Peccato - lamenta l'Unesco - che "nessuno
abbia fin qui chiesto conto di nulla" all'Onu. La torre Mohammed
VI, la più alta d'Africa, la nuova stazione ferroviaria per
l'alta velocità, i musei, il teatro sul greto del Bouregreg,
firmato da Zaha Hadid. Tutti progetti "aggressivi", che
potrebbero avere un impatto visivo e paesaggistico. Per questo
l'Unesco dà tempo fino a febbraio per presentare uno studio
d'impatto che renda conto del peso effettivo di queste nuove
costruzioni. Tra le tante, quella che desta maggiori
preoccupazioni è il faraonico disegno della torre alta 250
metri, pari a 45 piani. Non lontana dall'estuario del fiume che
separa Rabat da Salè, dove, scrive l'Unesco "esiste un limite
costruttivo che impone di non superare i tre piani di altezza".
Un progetto, sospetta l'Unesco, che "potrebbe avere impatto
potenzialmente negativo sul valore universale eccezionale della
vallata". Il progetto della torre che dovrà ospitare la sede
della Bmce, la principale banca marocchina, era previsto
inizialmente a Casablanca e poi è stato trasferito a Rabat. I
piloni della base sono già stati posati: questione di mesi e il
progetto firmato dall'architetto spagnolo Rafael de la Hoz sarà
terminato.(ANSAmed).
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