L'ultimo Kounellis parla la lingua della grafica, una forma spesso trascurata nell'olimpo della arti, ma che nella mostra 'Impronte' si presenta con una grande potenza espressiva.
Articolata in tre sale, la mostra a cura di Antonella Renzitti e Bruno Corà parte con The Gospel according to Thomas, una serie di opere inedite per l'Italia, che cita per l'appunto gli scritti di San Tommaso, con passaggi anche in ebraico e lo straordinario uso di una sabbia rossa fissata in serigrafia.
"Konellis - spiega Renzitti - non era religioso, ma aveva grande rispetto ed attenzione per la religione altrui, così come per i riti religiosi".
Si prosegue poi con Senza Titolo, dove un tema 'classico' di Kounellis, ovvero i cappotti vuoti, diventa un'eco quasi spettrale: i 12 cappotti sono qui tracce, ombre contorte create dal carborundum, la polvere di ferro. "Gli esseri umani qui sono assenze", sottolinea la curatrice.
Infine, una galleria di immagini ('Opus I') che ritraggono lo stesso Kounellis (che faceva quasi sempre documentare da amici artisti la sua attività), in più di un'occasione, e sue opere e performance a partire dagli anni Sessanta. Anni che lo vedono in piedi su una barca che attraversa il Golfo di Napoli, fissato nella foto di Mimmo Iodice. Fino ad un'evocativa fotografia finale in cui l'artista, con sacco sulle spalle, si avvia verso un opprimente angolo, a un passo dal baratro. Quasi una premonizione.
"E' una mostra straordinaria con la quale Kounellis, che ha scelto di farla qui da noi all'Istituto, onorandoci con questa scelta, indica la forza espressiva della grafica, dicendoci che questa forma d'arte ha la stessa dignità delle altre", spiega Renzitti. (ANSAmed).
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