(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 22 NOV - ''Senza il cinema egiziano, il
cinema arabo non esisterebbe''. Con queste parole di tributo
alla gloriosa storia della cinematografia egiziana, il regista
palestinese due volte candidato agli Oscar, Hany Abu Assad, ha
presentato la sua ultima pellicola - The mountain between us
(con Kate Winslet) - alla platea di vip e star presenti nel
faraonico Palazzo delle Conferenze di Al Manara (nella nuova
capitale amministrativa, da poco inaugurato dal presidente Al
Sisi) alla serata di apertura della 39esima edizione del
Festival internazionale del Cinema del Cairo.
Presieduta da Magda Wassef e diretta da Youssef Rizkallah, la
manifestazione proporrà al pubblico della capitale egiziana
oltre 175 film provenienti da 53 Paesi per otto sezioni, ma
anche tanti incontri e seminari.
I luoghi del Festival si moltiplicano ''per consentire al
pubblico egiziano di crescere. Oltre alla prestigiosa Opera
House, ospiteranno le proiezioni i cinema Odeon e Mall of Arabia
(nel quartiere 6 October), Zamalek Cinema, Nile City Hall e
American Cairo University. Eppure la più antica rassegna
cinematografica della regione langue. Senza un film egiziano di
apertura, senza un film egiziano in Concorso ufficiale, senza un
Premio per il Concorso ufficiale. ''Il cinema egiziano non
commerciale è in crisi'', spiega ad ANSAmed, Rizkallah che da
anni è direttore artistico della rassegna. ''Nessun sostegno da
parte dello Stato al finanziamento di nuovi film e alla post
produzione''. I registi egiziani, rimarca, preferiscono andare a
Dubai, dove ci sono i soldi. O anche al nuovo Festival di Gouna
(sul Mar Rosso), la cui prima edizione si è tenuta lo scorso
mese di settembre. ''Gouna ci ha soffiato un paio di film che
avremmo voluto mostrare in anteprima''. Come Sheikh Jackson
(2017) di Amr Salama, candidato agli Oscar 2018 per l'Egitto,
che racconta la storia di un imam con una passione segreta per
il re del pop, Michael Jackson, da poco nelle sale egiziane, che
sarà nella sezione dedicata al Panorama del Nuovo cinema
egiziano (otto in totale le pellicole in cartellone per questa
rassegna). Poche le novità del cinema egiziano, dunque. Fra
queste, il thriller del regista Marwan Hamed, autore di Palazzo
Yacoubian (2006), Al Asleyeen (The originals, 2017).
Tra le pellicole presentate nella sezione sul cinema dei
Paesi arabi, due affrontano la tragedia siriana: Rain of Homs
del regista Joud Said e The Bees way di Abdellatif Abdelhamid;
mentre una commedia diretta dalla regista libanese Sophie
Boutros, Solitaire (Mahbas), affronta i rapporti di amore-odio
tra siriani e libanesi.
Diciassette, invece, le pellicole italiane: in Concorso
ufficiale ci sarà Fortunata di Sergio Castellitto, mentre nelle
diverse sezioni in cui si articolerà il Festival ci saranno, tra
gli altri, Qualcosa di nuovo di Cristina Comencini, La tenerezza
di Gianni Amelio, In guerra per amore di Pif e Tommaso di Kim
Rossi Stuart.
Ospite d'onore, quest'anno, è l'Australia, cui sarà dedicata
una finestra speciale, perché una delle vocazioni del festival è
sicuramente quella di far conoscere allo spettatore egiziano le
realtà sociali e culturali di altri Paesi. Il cinema in Egitto è
uno dei 'soft power' più influenti, come ha spiegato in
conferenza stampa l'amministratore delegato dell'emittente
televisiva DMC, Hisham Sulliman, sponsor della manifestazione.
''Contribuisce allo sviluppo della cultura, è uno straordinario
mezzo di crescita e di orientamento per la società e svolge un
ruolo importante anche nella lotta al terrorismo e alle
ideologie estremiste''. Parole riprese ieri sera dallo stesso
ministro della Cultura, Helmy Al Namnam, che ha sottolineato
l'importanza dell'arte e della cultura ''per battere
l'oscurantismo, le persecuzioni e il terrorismo''.
Infine, il Festival del Cairo sceglie di dedicare uno sguardo
anche al mondo femminile, a cominciare da una icona della
cinematografia egiziana, l'attrice Shadia, ricoverata in
ospedale per le sue precarie condizioni di salute - cui è
dedicata la rassegna di quest'anno e la star egiziana, Youssra,
altro volto molto noto al pubblico arabo, scelta come presidente
onorario della rassegna. In programma, poi, oltre a una speciale
sezione dedicata alle nuove leve femminili del cinema francese,
il 25 novembre - Giornata internazionale contro la violenza
sulle donne, istituita in Egitto per la prima volta lo scorso
anno dal presidente Abdel Fattah al Sisi - si terrà un seminario
aperto al pubblico.
Il festival si concluderà il 30 novembre prossimo, forse con
un tocco di glamour (in questa edizione dove mancano per motivi
di budget i grandi volti del cinema internazionale). ''Per la
cerimonia di chiusura - fa sapere Rizkallah - il nostro main
sponsor MBC sta cercando di portare al Cairo l'attore americano
Ben Afflek''. (ANSAmed).
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