I pazzi muti e i mendicanti sognatori, i maestri e i loro discepoli, i cantori e i loro alleati, i giusti e i loro nemici, gli ubriachi e i cantastorie, i bambini morti e immortali, sì, tutti i personaggi di tutti i miei libri mi avevano seguito per fare atto di presenza e testimoniare al mio posto, attraverso di me!.
In un ritmo incalzante, si intrecciano le memorie della diaspora, la tragedia della Shoah, i combattimenti per Gerusalemme. Sullo sfondo la grande tradizione spirituale ebraica e una "Gerusalemme crepuscolare, il cui tramonto brusco, selvaggio, stringe il cuore per poi calmarlo".
Una Gerusalemme che - scrive Wiesel - "miracolosamente trasforma qualunque uomo in pellegrino; nessuno può visitarla e ripartire immutato» Elie Wiesel, nato in Romania nel 1928, è sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald. Filosofo e scrittore, strenuo difensore dei diritti dell'uomo, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1986. Autore di romanzi tradotti in tutto il mondo, nel 1968 con Il mendicante di Gerusalemme ha vinto in Francia il Prix Medicis.(ANSAmed).