"Un'altra tragedia. Con questo naufragio la stima dei morti nel Mediterraneo Centrale si avvicina a quasi mille (oltre 980).
L'anno scorso a fine luglio erano 272. Non bisogna più esitare e fare di tutto per rafforzare il sistema di pattugliamento in mare. Da subito", ha denunciato a caldo il portavoce Oim per il Mediterraneo, Flavio Di Giacomo, dopo questa ennesima mattanza al largo della Libia.
Non ci sono informazioni sulle cause del naufragio, probabilmente causato dalle onde e dal tentativo di eludere in ogni modo il controllo delle navi dislocate nell'area. I migranti, sottolineano gli esperti, accettano condizioni al limite dell'impossibile non solo per arrivare in Europa ma anche, forse soprattutto, per evitare di essere intercettati e riportati in Libia, dove chi torna è soggetto "a detenzioni arbitrarie, estorsioni, sparizioni e atti di tortura", denuncia da tempo la stessa Oim, secondo cui per il secondo anno consecutivo si verifica un aumento delle operazioni marittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale.
Secondo l'agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr, sono oltre 13mila i migranti riportati nel Paese nordafricano da gennaio, il doppio rispetto alla scorso anno. (ANSAmed).
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