I tentativi di scavalcare la doppia barriera di protezione frontaliera delle due enclavi hanno registrato un incremento del 34%, con 9mila migranti passati complessivamente, allo scorso mese di settembre, rispetto ai 613 dello stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati diffusi dal ministero spagnolo degli Interni. L'aumento della pressione migratoria si è registrato a partire dal 1 gennaio 2017, quando approfittando dell'arrivo del nuovo anno, circa 1.100 migranti tentarono di accedere al perimetro frontaliero che separa Ceuta dal Marocco. Seguito, il 17 e il 20 febbraio, da due successivi assalti, rispettivamente mossi da circa 750 e 600 persone di origini subsahariane, che si sono conclusi con il passaggio di un totale di 854 migranti in territorio spagnolo, provocando il collasso del Centro di soggiorno temporaneo di immigrati di Ceuta (Ceti). Un cambio nella modalità di scavalcamento della frontiera si è registrato il 7 agosto scorso, quando 187 persone riuscirono a passare attraverso il varco frontaliero del Tarajal correndo in massa a piedi, per neutralizzare i controlli di polizia. La 'valanga' provocò la chiusura temporanea del varco anche al passaggio di ambulanti e merci marocchini e la denuncia di Ong come Amnesty International, per l'azione di contrasto della polizia frontaliera, "a base di calci e colpi di manganelli" contro gli assaltanti. Da allora, al perimetro frontaliero è stata rafforzata la vigilanza, con il supporto anche di un elicottero che pattuglia durante le ore notturne la frontiera di Ceuta, come azione dissuasoria per eventuali assalti. Da agosto, solo 14 migranti sono riusciti a scavalcare la barriera terrestre, per cui sono aumentati gli arrivi mediante imbarcazioni via mare.
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