"Abbiamo cercato di capire qual'è stata la scintilla delle primavere arabe a partire dalla Tunisia - ha detto Stagi - Sono eventi così vicini grazie a internet e al fatto che quella lingua di mare è veramente un fazzoletto e insieme così lontani.
I movimenti sono sempre inspiegabili".
Queirolo Palmas ha spiegato il titolo del convegno: "eravamo in un quartiere popolare di Tunisi nei giorni in cui è stata scoperta la morte di Giulio e una donna con la quale parlavamo della traversata del Mediterraneo di tanti giovani, ci ha detto "Winou el Chabeb?" che nell'arabo tunisino vuol dire 'dove sono questi giovani?'". La mattinata è stata dedicata alla situazione in Tunisia e Algeria. Hayet Moussa dell'Università Tunis el Manar ha presentato una ricerca sulla percezione della giustizia tra i giovani tunisini dai 18 ai 34 anni, condotta in diverse regioni del suo paese nel 2015 con 70 interviste di due ore ciascuna: "la società tunisina è bloccata e si basa sulla ricchezza e la provenienza sociale. Chi ha i soldi va alle scuole migliori, ottiene i lavori migliori ma il 40 per cento dei giovani diplomati, sopratutto femmine, sono disoccupati".
In un video del documentarista algerino Ahmine Lemnaouer un algerino da 30 anni a Milano osserva: "dov'è tutta questa democrazia delle primavere arabe? Mi pare piuttosto un inverno, questi paesi sono stati pilotati per motivi occulti". Nel pomeriggio è previsto l'intervento dei genitori di Giulio Regeni. (ANSAmed).
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