I 'corridoi umanitari' sono una
soluzione all'avanguardia, esempio di 'best practice' italiana
sul problema dei migranti: a spiegarlo e' il segretario generale
di Sant'Egidio, Vittorio Zucconi. Il progetto, sviluppato dalla
Comunita' insieme a Tavola valdese, Federazione delle Chiese
evangeliche italiane e in collaborazione con il Ministero degli
Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, e il
Ministero dell'Interno, e' sbarcato all'Onu.
L'occasione e' l'incontro con un gruppo di ambasciatori delle
Nazioni Unite per spiegare l'iniziativa, nata per sostenere i
migranti nel passaggio da paesi di accoglienza temporanei. "Il
progetto consente il rilascio da parte delle autorita' italiane
di un certo numero di visti a territorialita' limitata, previsti
dall'accordo di Schengen per gli stati membri", spiega Zucconi
all'ANSA. L'Italia si è impegnata a reinsediare 1.000 persone
prima del 2017, e da gennaio sono arrivate in diverse citta'
quasi 300 persone dal Libano. Nei prossimi mesi, inoltre, si
apriranno corridoi umanitari anche da Marocco ed Etiopia. "Il
primo paese che ha aderito e' stato San Marino, e ora arrivano
segnali positivi dalla Polonia - ha detto Zucconi - La
Conferenza Episcopale si e' detta favorevole al progetto e sta
negoziando con il governo, poi speriamo che altri paesi seguano
il percorso".
"Il criterio di scelta e' quello della vulnerabilita',
bambini malati con bisogno immediato di cure, disabili, persone
ferite nel conflitto", ha aggiunto, precisando che l'obiettivo
e' salvare vite e sottrarre ai trafficanti di esseri umani le
loro prede, creando un percorso sicuro. "Doppiamente sicuro - ha
continuato - perche' la loro identita' viene controllata dalle
autorita' prima che venga rilasciato il visto".
Si tratta di un sistema di accoglienza innovativo, che vede
la collaborazione tra societa' civile e istituzioni, e molto
importante e' la replicabilita' progetto. Per il segretario
generale di Sant'Egidio, infine, cio' che cambia e' la
narrativa: "spesso i profughi vengono visti come una minaccia -
ha concluso - qui parliamo di persone con un'identita'
controllata, un aspetto della sicurezza importante e di un
afflusso regolamentato".
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