L'équipe della Phoenix - che comprende un equipaggio di 20 professionisti tra cui operatori per il comando dei droni, esperti in ricerca e soccorso e operatori medici - ha effettuato il suo primo intervento di soccorso domenica pomeriggio, meno di 24 ore dopo aver lasciato il porto di Malta. Le persone salvate provengono soprattutto dall'Eritrea. Tra loro anche donne incinte e circa 45 bambini, tra cui alcuni neonati. "Niente ti prepara alla vista di 369 persone stipate in una barca da pesca - ha detto Chris Catrambone, fondatore di Moas - le persone che abbiamo soccorso ieri pomeriggio erano accalcate in modo così serrato da avere le gambe bloccate e durante il salvataggio hanno fatto fatica a muoversi. Dopo alcune ore dall'inizio del salvataggio c'erano ancora così tante persone a bordo che la barca non sembrava svuotarsi, tanto era piena".
Le persone portate a bordo del Phoenix sono state visitate dall'équipe medica di Msf che ha trattato casi di diabete, disidratazione, condizioni mediche legate alla gravidanza, infezioni della pelle e lesioni subite durante pestaggi e violenze. Tutte le persone soccorse sono ora in condizioni stabili. "Ieri abbiamo soccorso 369 persone e abbiamo aiutato a salvare la vita di altre 104 - afferma Will Turner, coordinatore dell'emergenza per Msf - la nostra nave è strapiena e ieri notte, quando gli uomini, le donne e i bambini soccorsi si sono rannicchiati sotto le coperte per dormire, non c'era un centimetro libero".
Nel frattempo le équipe di Msf a Pozzallo, in Sicilia, hanno fornito assistenza allo sbarco di 877 persone arrivate questa mattina. Per la maggior parte si tratta di eritrei, ma ci sono anche persone provenienti da Siria, Sudan, Bangladesh, Pakistan e Senegal. Dopo un primo screening medico per valutare le loro condizioni di salute, dodici persone sono state inviate in ospedale a causa di gravidanze o infezioni respiratorie.
(ANSAmed).
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