La principale accusa contro tutti gli imputati che hanno simpatie filonaziste è quella di aver costituito e diretto un'organizzazione criminale tesa a compiere pestaggi brutali e omicidi dei suoi "nemici ideologici" e immigrati stranieri.
Un'accusa che, se provata, potrebbe costare loro fino a 20 anni di carcere. In base agli atti a carico dei principali imputati, il partito neo-nazista cominciò ad operare come organizzazione criminale nel 2008, con ai suoi vertici coloro che oggi sono gli imputati di spicco: Nikos Michaloliakos (fondatore e leader), Ilias Kasidiaris, Yannis Lagos, Ilias Panagiotaros, Konstantinos Barbarousis, Stathis Boukouras e Christos Pappas. Gli imputati sono rappresentati da oltre un centinaio di avvocati mentre sono più di 130 le persone chiamate a testimoniare. Il rinvio a giudizio degli imputati è stato deciso lo scorso 4 febbraio dal Consiglio dei giudici della Corte d'Appello che, dopo molti mesi di indagini, sono riusciti a raccogliere elementi che dimostrano senza ombra di dubbio che lo 'zoccolo duro' di Alba Dorata costituisce un'organizzazione criminale nascosta sotto la copertura di partito politico. Insieme con i parlamentari sono stati rinviati a giudizio altri 52 dirigenti di Alba Dorata accusati di aver partecipato ad una lunga serie di atti di violenza.
Nell'aula speciale approntata nel carcere di Korydallos stamani sono comparsi soltanto 44 dei 69 imputati (uno nel frattempo è deceduto) ma fra loro non c'era Nikos Michaloliakos né gli altri 14 altri deputati di Alba Dorata che sono tornati a piede libero in quanto alla fine di marzo sono scaduti I termini della carcerazione preventiva (18 mesi). La loro assenza è stata interpretata come un tentativo di sminuire la portata politica del processo che dovrebbe concludersi entro anno e determinare il destino del terzo partito greco, un gruppo apertamente razzista e antisemita la cui popolarità è andata alle stelle grazie alla grave crisi economica che da sei anni ha colpito la Grecia. Erano invece presenti in aula la madre di Pavlos Fyssas e il sindaco di Atene Giorgos Kaminis.
Mentre aveva inizio il processo, all'esterno del carcere centinaia di antifascisti e di residenti del quartiere hanno inscenato una manifestazione di protesta contro la scelta di approntare un tribunale dentro al penitenziario. I dimostranti chiedono che il procedimento sia spostato altrove perchè nella zona circostante sorgono 11 scuole e temono che la sicurezza degli studenti non sia garantita a sufficienza soprattutto in caso di sempre possibili scontri fra sostenitori di Alba Dorata e antifascisti. In una strada vicina, un gruppo di neo-nazi in tuta nera e bandiere greche in mano ha manifestato contro il processo a carico dei vertici e dei quadri di Alba Dorata.
(ANSAmed).
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