Oggi solo una decina di famiglie palestinesi vive ancora nel quartiere e l'ingresso e' permesso solo ai coloni e ai turisti.
Presente in città per girare un film sull'omicidio del primo ministro laburista Yitzhak Rabin ('L'Ultimo Giorno') da parte di un colono di estrema destra, il regista pacifista israeliano Amos Gitai non si è mostrato troppo coinvolto dal clima festivo.
''Hebron - ha detto all'ANSA - e' la città dei fanatici di tutte le religioni. Una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere in qualsiasi momento; la rappresentazione plastica della tragedia del conflitto israelo-palestinese". Ma almeno in questo Purim tutto si e' svolto senza incidenti.
''Hebron e' lo specchio di Israele - ha detto orgogliosa Dafna, 26 anni, colona e madre di tre bambini - non mi importa se i palestinesi non possono più vivere qui. Hebron e' e sara' sempre una città ebraica''. Durante la parata la musica tradizionale ebraica si e' mischiata a quella moderna e in molti hanno danzato e bevuto, come vuole la festa. Bambini palestinesi di ritorno da scuola che per un momento si erano fermati ad osservare lo spettacolo sono stati protetti e allontanati dai soldati di scorta perché alcuni dei partecipanti hanno detto di non gradire la loro presenza.
''Non ho nessun problema con il Purim, questa - ha commentato Samer Ghanen, osservando senza particolare partecipazione il corteo con la figlia in braccio dalla soglia di casa - e' la loro religione, e' il loro modo di festeggiare. I problemi per noi sono altri''. (ANSAmed).
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