Il bilancio fa registrare anche 300 pescatori prigionieri e detenuti nelle carceri di Libia, Tunisia, Egitto ed Algeria.
Pesanti sono stati pure gli oneri pagati per il riscatto degli oltre 150 pescherecci sequestrati, dei quali 6 definitivamente confiscati, ai quali si aggiunge oggi il Daniela L., affondato lo scorso mese nel porto di Bengasi, in Libia, dopo essere stato sequestrato nel 2012. Il danno economico oltre che sociale è stato stimato dagli esperti dell'Osservatorio della pesca del Mediterraneo in oltre 100 milioni di euro. "L'Osservatorio della pesca del Mediterraneo è un luogo di dialogo - ha detto dal Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo - e oggi riunisce il "condominio" del Mediterraneo nel quale le diverse Nazioni con le loro istituzioni scientifiche e produttive si mettono insieme per discutere del futuro del Mediterraneo. La nostra idea attraverso la Blue economic zone, è quella di creare un hardware fatto di tanti piccoli cluster lungo le sponde sud del Mediterraneo accompagnati da un software della Blue economy, filosofia produttiva che divulghiamo dal 2009 insieme con la Regione che guarda alla lotta alla pesca illegale, agli sprechi e alle discriminazioni produttive. La nostra idea è quella di creare regole comuni e progetti condivisi per costruire insieme il futuro del Mediterraneo".
(ANSAmed).