E’ vero che la carne coltivata in laboratorio è sintetica?
No, perchè è ottenuta a partire da cellule staminali prelevate da muscoli animali

Redazione ANSA
19 aprile 2023 - 14:19
Carne coltivata a partire da cellule staminali (fonte: World Economic Forum, da Wikipedia) © Ansa

Cosa verifichiamo

Il 28 marzo 2023 Il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di disegno di legge che in Italia prevede lo stop alla produzione e commercializzazione di cibi sintetici o 'in provetta', con multe fino a 60mila euro. Alla base del provvedimento è l’opinione secondo la quale i cosiddetti ‘cibi sintetici’ non siano idonei a una sala alimentazione in quanto “totalmente innaturali”. Nel motivare il provvedimento si è fatto appello al principio di precauzione, in quanto attualmente non ci sono studi scientifici sugli effetti dei cibi sintetici. E’ davvero così?

Analisi

Il mondo scientifico ha da tempo analizzato il problema e il primo documento in proposito risale al 2019: è il parere del comitato etico espresso dalla Fondazione Veronesi sull’agricoltura cellulare (https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/2019/07/26/fuvagrcellfinalpublication-online.pdf). “L’attuale modello di produzione e consumo intensivo di carne è eticamente ed ecologicamente insostenibile”, si legge nel documento, che tra le soluzioni proposte per fronteggiare questo scenario, individua “come una delle più innovative” quella che “prevede lo sviluppo di tecniche finalizzate alla produzione di carne e altri derivati animali da colture di cellule staminali”.

Di qui la prima precisazione da parte del mondo della ricerca: si tratta di carne coltivata a partire da cellule staminali e, di conseguenza, non è corretto definirla ‘carne sintetica’. “E' tecnicamente un errore chiamare 'cibo sintetico' la carne coltivata in laboratorio: il nome corretto è, appunto, 'carne coltivata', oppure 'agricoltura cellulare', rileva Roberto Defez, dell'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi.

Il ricercatore precisa che “si definisce 'sintetico' ciò che è il risultato di processi in cui si utilizzano composti e reazioni chimiche", ma nel caso della carne coltivata si utilizzano "cellule staminali che in laboratorio vengono fatte differenziare per produrre muscolo. Sono cellule che hanno a disposizione un infinito numero di replicazioni" e che, quando è necessario, possono essere fatte differenziare in un terreno di coltura, che attualmente è il siero prelevato da feti bovini”.

Di conseguenza, “essendo identica a livello molecolare, perché composta interamente da cellule animali, la carne coltivata da cellule staminali ambisce quindi a proporsi come un prodotto sufficientemente simile sul piano organolettico alla carne ottenuta da allevamenti intensivi, con il vantaggio di avere, però, un impatto assai minore in termini di sofferenze inflitte, risorse richieste ed emissioni prodotte”, si legge nel documento del comitato etico della Fondazione Veronesi.

Sono infatti sufficienti poche cellule per produrre tonnellate di carne. Defez precisa infatti che la carne coltivata in laboratorio "non ha alcuna ragione di derivare dall'uccisione di animali" e di conseguenza "non è necessario prelevare cellule e tessuti da tanti animali, ma è sufficiente utilizzarne un numero limitato". Secondo l'esperto "non si può non vedere che cosa significhi non dover uccidere animali: vuol dire ridurre il consumo di acqua, terreno e gas serra, considerando che una mucca emette metano da viva, che il degrado del letame genera un altro gas serra come l'ossido di azoto e che la produzione di ogni chilogrammo di carne richiede 15.000 litri di acqua".

Fonte

Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi, “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare. Parere tecnico di Fondazione Umberto Veronesi a sostegno dello sviluppo e diffusione di tecniche finalizzate alla produzione di carne e altri derivati animali da colture di cellule staminali”, 2019 Intervista a Roberto Defez, dell'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi

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